Caiata: “Ho provato commozione e orgoglio per aver rappresentato questa comunità composta da grandi passioni”
Potenza calcio e Salvatore Caiata, sembrava un amore per sempre. Un sentimento nato nel luglio 2017 con un caffè al bar storico da Vito. Aroma buona, zucchero quanto basta ed ecco Salvatore Caiata diventare socio di maggioranza e presidente della società del Potenza Calcio. Annata 2017-2018 subito un successo: il Potenza vince il campionato di Serie D con 81 punti, frutto di 25 vittorie, 6 pareggi e appena 3 sconfitte. L’attacco (81 gol segnati) e la difesa (28 gol incassati) sono le migliori del torneo e i punti di vantaggio sulla Cavese, che chiude in seconda posizione, sono cinque. Sette partite in cui i rossoblù segnano ben 25 gol subendone appena 3. Dopo otto anni il Potenza ritrova la serie C domenica 29 aprile 2018 con la vittoria interna con il Taranto 3-1. In terza serie tanti i momenti da ricordare ma i play off con l’allenatore che più ha apprezzato quel Giuseppe Raffaele che porta il Potenza alla fase nazionale estromesso poi dal Catania per la corsa alla Serie B. Poi le salvezze nelle stagioni 2020/21 e ultima con molti sacrifici 2021/22 dove ha ritrovato un grande allenatore lucano Pasquale Arleo.
Presidente Caiata, nel salutare la sua comunità, i tifosi e gli addetti del Potenza Calcio, qual’è stato il sentimento prevalente: commozione o l’orgoglio?
“Ho provato entrambi i sentimenti – chiarisce subito Salvatore Caiata, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – per aver rappresentato questa grande comunità, composta da persone perbene e di grandi passioni”.
{module title=”bannerInArticleGoogle”}
Cinque anni di vittorie, soddisfazioni e un pizzico di dispiacere. Il momento più bello, probabilmente, quello del ritorno, dopo otto anni, in Serie C. Ritornando a quel momento, c’è una circostanza che ricorda con affetto, che porta nel cuore?
“Di quel giorno ricordo l’affetto sconfinato delle persone, il senso di euforia collettiva, emozioni infinite che tante persone insieme provavano contemporaneamente. La capacità di aver regalato a questa comunità tutte queste sensazioni è stato un privilegio raro”.
Tanti i momenti significativi, ma i Playoff con Giuseppe Raffaele un allenatore diventato suo amico con cui si era creato, a differenza di altri, una certa simbiosi. Cosa aveva di speciale questo siciliano?
“Raffaele credo sia un grande allenatore in lui ho rivisto tante di quelle caratteristiche viste in Antonio Conte quando lo frequentavo all’inizio della sua carriera. È un vincente, orientato sempre alla vittoria, capace di leggere le partite come pochi, capace di motivare i giocatori. Insomma una persona destinata ad una grande carriera”.
Poi le due salvezze 2020/21 e l’ultima 2021/22 con un potentino doc Pasquale Arleo. Qui la domanda sorge spontanea: quando ha cominciato a sospettare che il suo ciclo al Potenza fosse finito? Sono state le contestazioni dei tifosi, una certa politica potentina, oppure ha pensato da sé che i cicli hanno un tempo ben preciso e devono finire?
“Ma forse già dall’inizio di questa stagione immaginavo che sarebbe stata l’ultima. Bisogna avere la forza e la capacità di capire quando un ciclo finisce e mettersi da parte nel momento migliore. Non è da tutti, personalmente l’ho intuito subito è fatto il passo giusto”.
{module title=”bannerInArticleGoogle”}
Lascia con un amaro in bocca: la Serie B. Ma questa città vuole veramente la cadetteria oppure come ormai abitudine dei lucani restare piccolo e nero?
“Non lo so, la Serie B sta diventando un miraggio per questa Regione perché non ha le strutture, il tessuto produttivo, neanche gli abitanti per ambire a campionati di questo tipo. Poi nel calcio esistono le favole per cui bisogna sperare che improvvisamente si allineano i pianeti e il sogno diventa realtà”.
Un pensiero prima di andar via: se dovesse ripassare al bar da Vito per un caffè, dopo cinque anni di Potenza Calcio cosa si sentirà di dirgli: il caffe è stato buono, era troppo amaro, la tazza non era adatta per un caffe magico?
“Vito lo ringrazierò sempre, perché ho avuto la possibilità di vivere questa bellissima esperienza. Davvero fantastica”.
Ci salutiamo con una stretta di mano virtuale, con il rammarico di non aver saputo gestire una persona speciale per il Potenza Calcio.