Dalla Basilicata a Roma i due giovani ragazzi viaggiavano per fare il pieno di hashish per poi tornare a Potenza
I recenti arresti, tra cui gli ultimi di marzo effettuati dai carabinieri in provincia di Monza e Brianza nei confronti di otto spacciatori che gestivano un giro di spaccio con ordinazione su Telegram e Instagram di marijuana, hashish e cocaina, non sembrano aver ammonito i pusher. Ecco che emerge sotto i riflettori un nuovo caso, questa volta grazie alle indagini della polizia: dalla Basilicata a Roma, nello specifico a Tor Bella Monaca, altri due giovani ragazzi viaggiavano per fare il pieno di hashish e poi tornare a Potenza per rivenderlo. I due ventenni, sono stati arrestati durante un’operazione finalizzata proprio a smantellare una rete di compravendita di sostanze stupefacenti costruita su un canale Telegram. Il canale aveva l’esplicito nome “Il fumo di Tor Bella”, smascherando anche un lato non troppo astuto degli spacciatori. Secondo gli investigatori del commissariato di polizia di Porta Pia, coordinati dal dirigente Angelo Vitale, veniva utilizzato dai pusher una delle più attive piazze di spaccio romane per far uscire la droga dai confini regionali.
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Dalle indagini il primo passo era l’accordo su Telegram, dove la “merce” veniva pubblicizzata, poi il viaggio, l’ultimo, sino alla periferia Est di Roma per ritirare la partita concordata, due chili di hashish, sei grammi tra marijuana e cocaina. Una volta consegnati i soldi, e infilati i panetti nello zaino i due ventenni hanno preso un taxi per farsi riaccompagnare alla stazione dei pullman e tornare a casa, con l’idea di evitare in questo modo i controlli della polizia, ma è alla stazione degli autobus che sono stati bloccati. Gli investigatori erano già sulle loro tracce: li hanno seguiti e intercettati non appena scesi dal taxi. L’arresto ha avuto luogo a pochi metri dal terminal sulla Tiburtina. I due ragazzi, portati prima in commissariato, poi in tribunale per essere sottoposti a rito direttissimo, sono risultati incensurati, tra zainetti e slip trasportavano un quantitativo di hashish pari a 21.000 dosi. Sono stati condannati a tre anni e quattro mesi di carcere con divieto di dimora a Roma e foglio di via obbligatorio.
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Il gruppo Telegram è stato chiuso ma le indagini proseguono per capire quanto sia estesa la rete, tramite altri gruppi ed altri canali social e quanti affari siano stati conclusi sfruttando l’anonimato dell’app, secondo le forze dell’ordine ormai molto spesso utilizzata per concludere affari illegali, in cui si registra una vera e propria “prevendita” di sostanze stupefacenti, con tanto di prezzario e foto.
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La tecnica è comune e neanche troppo complicata. Viene scelto un canale potenzialmente in target, perché frequentato da giovani o da persone che potrebbero essere interessate in base ad interessi ed affermazioni e semplicemente in esso viene pubblicano un link che porta direttamente a varie stanze che si aprono come matrioske, offrendo di tutto. Il fenomeno sembra essere in rapidissima crescita e le autorità avvertono che rischia di travolgere molto facilmente anche i minori, visto che l’accesso a Telegram di fatto non ha limitazioni. Dai grandi traffici internazionali, alla consegna ai cancelli delle scuole, alle dosi consegnate tramite i corrieri, la criminalità non demorde, rivelandosi purtroppo fin troppo al passo con i tempi.