Il paese natale del poeta Albino Pierro è gioiello in provincia di Matera
Chi arriva a Tursi può notare che il suo territorio è diviso in diversi Rioni, ciascuno ben delimitato e con precise peculiarità. Il più antico e famoso di questi è il Rione Rabatana, sviluppatosi intorno al Castello tra il V e il VI secolo, a.c. circondato per ogni lato da profondi e inaccessibili burroni, che rappresentano il fantastico mondo delle “Jaramme” di Albino Pierro. ll borgo di Tursi è famoso per aver dato i natali ad Albino Pierro, candidato più volte al Nobel per la letteratura. La cittadina si presenta al visitatore con le sue caratteristiche case in pietra, e con una storia ricca ed importante, con paesaggi incantevoli che la circondano. Questo territorio collinare ha visto l’incontro di numerosi popoli e culture, dall’invasione dei Saraceni, dei Bizantini e dei Goti, che costruirono intorno al Castello le prime case in pietra. Così la Rabatana diventò il primo nucleo abitativo di Tursi e, nel tempo, un centro popolato ed importante, che custodisce tradizioni e diffonde la cultura locale. Il poeta Albino Pierro ha fatto della Rabatana la fonte ispiratrice della sua poesia, ripercorrendo le stradine dei ruderi del nucleo originario con le povere abitazioni che spesso comprendevano solo un vano al pianterreno.
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Iniziamo il nostro viaggio e presso la casa comunale ci riceve il sindaco di Tursi, Salvatore COSMA, al quale illustriamo il progetto Cultrip, finanziato dalla Unione Europea e dalla Regione Basilicata e chiediamo lumi e suggerimenti per la compilazione di questa monografia che viene indicata per promuovere il turismo lento ed esperienziale, con le emozioni che il territorio può offrire. “La fruizione della cultura locale non è da intendersi esclusivamente come la scoperta delle risorse storiche, artistiche, archeologiche e tradizionali dei luoghi, ma anche e soprattutto come avvicinamento alla cultura quotidiana ed alla semplicità della gente del posto; queste relazioni sono considerate socialmente sostenibili e si basano su incontri ravvicinati e relazionali tra ospiti e residenti. La nostra cittadina è lieta ed orgogliosa di accogliere gli ospiti che sono sensibili al turismo esperienziale, fatto di cose semplici ed autentiche. Le nostre peculiarità sono tante e le mettiamo a disposizione della rete leader europea”. Iniziamo così il giro incamminandoci verso la parte alta del borgo. Per arrivare alla Rabatana si percorre un’ampia e ripida strada che si estende sui burroni per oltre 200 metri, una sorta di gradinata chiamata in dialetto “a petrizze”, sorta al posto di un pericoloso viottolo. A spiccare nei pressi della petrizze che porta alla Rabatana è il Picciarello, circondato da paurosi precipizi e costituito da un lembo di terra che dalla collina del Castello si protende verso mezzogiorno,. Dello stesso rione fa parte anche la Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore, che leggenda la voleva collegata al castello tramite un cunicolo segreto. Testimonianze della vita del castello, come anfore e gioielli ed altri reperti si possono ammirare presso il Museo Archeologico Nazionale della Siritide di Policoro.
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Attraversiamo poi il rione San Michele che prende il nome dall’omonima chiesa in stile neo romanico ed ospita un altro edificio importante, Palazzo Latronico, il più grande della cittadina, caratterizzato da un ampio atrio con gradinata in pietra e da una grande torre del belvedere. Non poteva mancare una visita alla casa natale di Albino Pierro, sempre nel rione S. Michele, dove si trova anche la Biblioteca pubblica, dalla quale si gode un bel panorama sul torrente Pescogrosso, sul convento di San Francesco e sui burroni del rione Rabatana. Su Piazza del Plebiscito, invece, si affaccia la Chiesa di San Filippo, il protettore della città, che si presenta con un’elegante facciata barocca e tre navate ciascuna decorata con pregevoli opere d’arte. Molto bella, infine, è la Cattedrale dell’Annunziata, che si trova proprio nel Rione Cattedrale e si affaccia sull’omonima piazza, dove si ergono anche altri importanti edifici come il Municipio e, a poca distanza, si trovano anche gli altri punti fondamentali del cuore cittadino come Piazza del Mercato Coperto, Piazza del Monumento e Piazza Terrazzo sul Pescogrosso. La cattedrale fu eretta nel 1546, ed oggi si presenta come un imponente edificio a croce latina, di circa 42 metri di lunghezza e 17 di larghezza. Qui a Tursi anche la gastronomia gioca la sua parte, ed una menzione particolare la meritano le arance di Tursi, la cui coltivazione in questo comune si chiama “Staccia” un ecotipo locale tardivo la cui qualità si differenzia dalle altre per dolcezza e dimensioni. Questo progetto offre la possibilità di sviluppare prodotti turistici di nicchia, ispirandosi alla metodologia delle slow travel, che ben si sposa con le caratteristiche delle aree rurali. In questa logica, i turisti si comportano come osservatori partecipanti che diventano protagonisti in grado di vivere nuove emozioni della vita quotidiana. Ci lasciamo con l’intento di visitare tutti gli altri comuni del GAL per raccogliere idee suggerimenti ed impressioni dei protagonisti locali.