L’Alzheimer’s Association ha finanziato il proseguimento dei suoi studi, fino al 2024, con 140 mila dollari
L’avevamo lasciato alle prese con il suo studio sulle mitovescicole, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Science Advance e con i numerosi congressi che sulle sue ricerche si erano svolti in diverse parti del mondo.
Ora le scoperte del neuroscienziato lucano Pasquale D’Acunzo hanno convinto anche l’Alzheimer’s Association (la fondazione no profit dedicata alla ricerca sull’Azheimer più importante al mondo) che ha finanziato la prosecuzione dei suoi studi per i prossimi due anni (fino al 2024) con un finanziamento di circa 140mila dollari tramite il programma Alzheimer’s Association Research Fellowship (AARF) 2022. Un altro grande risultato per il giovane scienziato nato a Tursi, che dal 2018 lavora nel laboratorio della professoressa Efrat Levy al Nathan S. Kline Institute di New York.
https://basilicatanotizie.net/cronache/cronaca/19050-alzheimer-nuovi-scenari-dallo-studio-di-uno-scienziato-lucano-pasquale-d-acunzo.html
Per quella scoperta l’anno scorso D’Acunzo è stato insignito del prestigioso ‘ISEV2021 Young Investigator Award’ e la sua relazione inserita nel programma della seduta plenaria della conferenza del 18 maggio 2021.
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Scopo della ricerca è capire cosa fanno le mitovescicole nel cervello e quali implicazioni può avere la loro alterazione per l’andamento della patologia. Questi studi potrebbero avere nel prossimo futuro importanti conseguenze per il trattamento di questa forma di demenza, sia per l’aspetto diagnostico che per quello terapeutico.
Il più importante meeting a livello mondiale sul tema si è svolto dal 25 al 29 maggio al Centre des Congrés di Lione, in Francia, ha trattato proprio le ricerche sulle vescicole extracellulari, una sorta di ‘pacchetti’ di materiale biologico delle dimensioni di un virus che le cellule si scambiano per condividere informazioni o per eliminare materiale di scarto. Nel corso della XI edizione di ISEV2022 (questo il nome ufficiale di questa conferenza annuale), la professoressa Lévy ha esposto gli ultimi risultati provenienti dal suo laboratorio riguardanti il ruolo che le vescicole extracellulari avrebbero nei complessi meccanismi cerebrali che portano alla dipendenza da cocaina, basandosi sui nuovi dati del neuroscienziato Pasquale D’Acunzo. Due le sue relazioni. La prima ha riguardato le alterazioni indotte dalla cocaina sulle vescicole extracellulari del cervello di animali da laboratorio e di come queste alterazioni possano correlare con cambiamenti profondi all’interno dei neuroni. Questo studio, nel quale D’Acunzo figura come co-primo autore e autore corrispondente di riferimento, è stato pubblicato il 30 aprile scorso sulla rivista scientifica Neurochemical Research. La seconda relazione, invece, sempre a firma di D’Acunzo, si è concentrata su dati ancora non pubblicati ma in fase di stesura finale riguardanti le mitovescicole. Le mitovescicole sono state scoperte solo l’anno scorso dallo scienziato lucano e dai suoi colleghi, e sembrano poter spiegare alcuni dei cambiamenti a livello metabolico osservati nel cervello di persone che assumono cocaina in maniera frequente.
La scoperta di D’Acunzo è stata al centro anche di un’altra relazione che la professoressa Lévy ha tenuto a livello di congresso mondiale. Questa volta il suo studio è stato invitato dal 9 al 12 giugno a Long Beach (California) per la quarta edizione di quella che negli ultimi anni è diventata una delle più importanti conferenze al mondo sulla sindrome di Down, organizzata dalla Trisomy 21 Research Society (T21RS) con sede a Barcellona. Anche in questo importante consesso scientifico la Lévy è stata invitata come speaker dal comitato organizzatore per tenere una conferenza su una scoperta avvenuta l’anno scorso nel suo laboratorio ad opera del neuroscienziato lucano.
Le sue scoperte, dunque, stanno facendo il giro del mondo e arricchiscono il dibattito scientifico dei maggiori consessi di studi e ricerche del pianeta. Una circostanza che proietta il giovane D’Acunzo sullo scenario più alto della ricerca scientifica a livello mondiale. Partito da Tursi e formatosi professionalmente tra Roma e Milano, ha conquistato l’interesse dei più prestigiosi centri di ricerca della Grande Mela, facendo parlare di sé con la scoperta sulle “mitovescicole” e sulle prospettive che essa apre sui risvolti di cura e diagnosi della sindrome di Down e dell’Alzheimer, e sulle connessioni che potrebbero esserci tra le due malattie. Gli studi di Pasquale D’Acunzo, infatti, hanno evidenziato come le famose “mitovescicole”, una sorta di palline nanoscopiche di materiale biologico che sono costantemente prodotte ed espulse dai neuroni e che probabilmente sono fondamentali nella regolazione del metabolismo e del benessere di queste cellule, siano alterate nel cervello di individui con la sindrome di Down e potrebbero avere un ruolo nella connessione tra questo disturbo del neurosviluppo e la malattia di Alzheimer. Più del 60% delle persone con la sindrome di Down che raggiungono i 60 anni di età, infatti, soffrono di una qualche forma di demenza associabile alla patologia di Alzheimer, una proporzione enorme se paragonata alla popolazione generale di pari età.
L’America crede nel valore degli studi del neuroscienziato lucano, e questo fa onore alla nostra regione e all’Italia, fucina di eccellenze spesso misconosciute in patria ma molto apprezzate all’estero. Anche per questo continueremo a seguire il percorso di questo giovane scienziato che porta nel mondo il valore e il genio della nostra terra.