L’emergenza idrica a Senise rischia di trasformarsi in una vera e propria crisi. Le soluzioni palliative messe in campo con solerzia e buona volontà dal sindaco in questi giorni, evidentemente non bastano per una popolazione di 7 mila abitanti rimasta a secco.
Le autocisterne non soddisfano il fabbisogno delle famiglie e la soluzione dell’innesto delle condotte secondarie su quella principale del paese non può bastare. Se la condotta principale portava ben 36 litri al secondo quelle secondarie ne portano appena 6 litri al secondo, sei volte meno. Questo significa buona parte del paese rimane cmq senz’acqua.
A questo va aggiunto che le attività economiche, dai ristoranti, ai bar ai parrucchieri, non possono durare a lungo con il sistema del rifornimento delle autocisterne.
Per questo l’emergenza rischia di trasformarsi in una vera e propria crisi, che coinvolge tanto l’aspetto igienico-sanitario quanto quello economico. Eppure in tutto questo le autorità preposte continuano a tergiversare. È da due giorni che si susseguono incontri tecnici e sopralluoghi ma ancora non è stata decisa la strategia per ripristinare la condotta principale, e questo è inaccettabile.
Tuttavia il sindaco Castronuovo ha convocato per oggi alle 11.00 un incontro con tecnici della Regione, vertici Aql, Protezione Civile, autorità di bacino e distretto idrico meridionale, per trovare una soluzione a breve scadenza per il ripristino della condotta. Le soluzioni finora prospettate vanno dalle due alle tre settimane. Troppe per un paese che è già allo stremo dopo tre giorni di mancanza di acqua nelle case dei cittadini.