L’acqua arrivata da qualche giorno nelle case dei senisesi ha spento i bollori della protesta per i disagi subìti a causa dell’emergenza idrica che è durata quasi un mese, e sembra che la drammatica vicenda vissuta da un’intera popolazione si sia risolta come una favola a lieto fine.
Nel consiglio comunale di ieri sera, che doveva essere aperto ma che in realtà è stato abbastanza blindato dai tempi dettati dal presidente del consiglio Francesco Palazzo, è andata in scena l’autocelebrazione di Acquedotto Lucano che ha spiegato di non aver sbagliato nulla, di aver fatto tutto quello che c’era da fare e che in fondo quello che è stato fatto era ciò che si poteva e doveva fare. Tutto a posto dunque, l’acqua santa targata AqL ha lavato ogni macchia e ogni residuo di malcontento di chi, per quasi un mese, è ripiombato nel pieno degli anni ’50, con taniche da riempire alle autobotti e recipienti sparsi per casa. Con un tratto di penna è stato cancellato tutto il malessere vissuto da una popolazione di settemila abitanti.
L’avevamo spiegato già prima che questo consiglio comunale fosse convocato, che con l’erogazione ripristinata h24 in tutto il paese, il confronto sarebbe stato inutile. Il sindaco Castronuovo, in effetti, ha colto l’assist della minoranza che ha chiesto un consiglio comunale aperto proprio nel giorno in cui l’acqua tornava a scorrere dai rubinetti e, pur sapendo che la richiesta del consigliere Roseti aveva un palese vizio di forma, essendo stata presentata senza le firme degli altri consiglieri ma “in rappresentanza dell’intero gruppo di minoranza”, ha convocato l’assise. Anzi Castronuovo ha concesso alla minoranza l’onore delle armi, concedendo al consigliere Roseti di aprire e chiudere il consiglio comunale. Ma si sa che a Senise ormai la politica è una maionese impazzita.
Gli unici ad avere beneficiato delle luci della ribalta del consiglio sono stati i tecnici di Acquedotto Lucano che, alla vigilia dell’erogazione dell’acqua hanno declinato l’invito del comitato che aveva convocato un incontro per lo scorso martedì 14 febbraio, affermando di “gradire”, per rendicontare sul proprio operato, una sede istituzionale come appunto il consiglio comunale. Per uno strano incrocio di date il giorno seguente l’acqua ha ripreso ad essere erogata regolarmente. Tutto scritto nel destino, dunque. E l’ingengner Marino, di AL, ha dimostrato di aver capito l’antifona affondando un’arringa che, in soldoni, si basa su pochi punti, ma chiari. Acquedotto Lucano ha messo in campo tutte le proprie energie per un evento straordinario come quello accaduto il 18 gennaio scorso; l’emergenza è stata pressocché inesistente perché le autobotti e il ripristino random (che significa “fortunato a chi arriva l’acqua”) hanno sostituito egregiamente l’erogazione nelle case, nelle scuole e nelle attività, e se la vecchietta ha dovuto andare con la tanica all’autobotte come faceva 70 anni fa, pazienza, è tutta colpa della Protezione Civile; il tubo provvisorio, quello che ha consentito l’erogazione continua, non poteva essere posato prima sul letto del fiume Sinni a causa del livello alto dell’acqua, livello però misurato all’idrometro di Episcopia dove il letto del fiume è molto più stretto che a valle, dove hanno lavorato gli operai; dulcis in fundo, il popolo di Senise deve essere soddisfatto perché con la TOC si è data una soluzione definitiva al problema della condotta, come se quella posata sui piloni del Sinni, e crollata un mese fa, fosse provvisoria. La buona notizia che ha dato Marino è che l’attraversamento sotto l’alveo del Sinni è stato completato ieri e che nell’arco di sette giorni si riuscirà a fare l’attraversamento definitivo, il cui ritardo è stato dovuto a un incidente di percorso delle sonde.
È andato tutto bene, insomma, anche se, ci si chiede: se tutti hanno fatto ciò che andava fatto, e non c’è stata nessuna emergenza, perché i cittadini di Senise dovrebbero avere diritto a ristori economici?
Eppure proprio i ristori economici sono presenti nelle istanze che sono state votate all’unanimità dal consiglio comunale. La richiesta è presente nel documento presentato dal comitato, in quello proposto dal sindaco e nelle dichiarazioni della minoranza. Per il resto le tre dichiarazioni sono sovrapponibili, a indicare una unanimità che a questo punto non spiega toni e discussioni di questi 30 giorni.
Nonostante tutto c’è chi sceglie di piantare la bandiera di una propria “personale vittoria” sulle macerie di una così controversa e drammatica vicenda.