Sono ancora in corso in molti comuni le celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU nel 1992 e diventato un appuntamento irrinunciabile per chi lavora alla salvaguardia di questo grande bene comune. Il 22 marzo, però, come tutte le giornate celebrative, rischia di rimanere una data isolata, improduttiva, come le tante bizzarre giornate celebrative, dalla Giornata internazionale della felicità, a quella della lentezza, alla Giornata mondiale della risata, del bacio, della rabbia, del sonno e così via. Tutte cose importanti, magari! Ma il problema dell’acqua è un’altra cosa, e su questo tema non possiamo permetterci di fare demagogia o peggio, celebrazionismo modaiolo.
L’acqua è elemento vitale, sotto tutti i punti di vista, e sulla gestione che se ne fa si misura il grado di civiltà e di intelligenza di un popolo, di una comunità e dei suoi governanti, se è vero com’è vero, che l’uso oculato e saggio delle risorse naturali fondamentali è il segno del progresso di un paese. Tanto da rovesciare il concetto stesso di progresso, passando dal primato della tecnologia e della sua applicazione nel giudizio sulla traiettoria e sull’avanzamento di una società, a quello del primato e del rispetto delle risorse alle quali la tecnologia risulta ora subordinata.
Ci sono dei casi, però, in cui né la tecnologia né il progresso sono responsabili delle falle nella tutela e nel risparmio di acqua, e questo è il caso della diga di Monte Cotugno a Senise. Sono anni che dei 500 milioni di metri cubi di acqua potenziali, il più grande invaso d’Europa in terra battuta ne raccoglie solo 300 milioni circa. Il resto continua la sua corsa nel letto del fiume Sinni a valle della diga, sversato per esubero della capacità massima. Questo fenomeno non è dovuto ad un criterio di sicurezza o altro ma semplicemente al logoramento del manto bituminoso, sottoposto da anni agli sbalzi del livello dell’invaso che, ovviamente, lo ha reso più attaccabile dai fenomeni atmosferici.
L’Eipli si era accorto di questo problema già nel 2014 quando aveva presentato un primo progetto ed era partita la prima gara, espletata nel 2015. Da allora intoppi burocratici e trascuratezza politica hanno fatto il resto sottovalutando un problema che per il muro della diga è invece importantissimo. Ora sembra, però, che si sia giunti in dirittura d’arrivo. Il commissario dell’Ente Irrigazione Luigi Decollanz, nominato commissario liquidatore solo lo scorso novembre, ha firmato la procedura di gara a dicembre scorso, ad un mese dal suo insediamento, e l’Ente ha concluso il procedimento di assegnazione. È del mese scorso il decreto commissariale di Decollanz che nomina il RUP per un intervento che ammonta a circa 4,8 milioni di euro.
Sono passati 40 anni dall’entrata in opera della diga di Monte Cotugno e ad oggi si ha il primo intervento per il “ripristino della funzionalità del manto di impermeabilizzazione” del muro di sbarramento, interessato da fenomeni di “invecchiamento e degrado” causati dal continuo dislivello dell’acqua dell’invaso, normale nei laghi artificiali, che lo ha esposto all’usura dei fenomeni atmosferici. Il 2023 è un anno importante per questa mastodontica struttura dunque. Sono passati ormai 50 anni dall’inizio dei lavori, iniziati nel lontano 1973, e 40 dalla loro conclusione avvenuta, appunto nel 1983. A parte il completo abbandono delle sponde, anch’esse sottoposte alle conseguenze del dislivello delle acque che causa un continuo fenomeno di interramento del fondo dell’invaso, quello del muro è un problema di capitale importanza che potrebbe compromettere la vita stessa della diga. Eppure questo grande mostro d’acqua, che disseta parte della Basilicata e della Puglia, è da sempre al centro dell’attenzione di studiosi e ambientalisti, ma la sua colonna vertebrale, quella che lo fa stare in piedi, è stata a lungo vittima di incuria e ritardi. Milioni di metri cubi di acqua si sono persi in questi lunghi 9 anni intercorsi fra l’individuazione del problema e l’intervento di sistemazione.
Se tutto filerà liscio, come sembra, la celebrazione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 2023 sarà una data importante per Senise e per tutte le popolazioni dissetate dall’acqua di Monte Cotugno.