Il nuovo presidente della Fondazione Paolo Grassi è Michele Punzi. Dopo la morte di Franco Punzi, sindaco di Martina Franca per oltre tredici anni con numerosi incarichi istituzionali, la direzione del più importante Festival del Sud della Valle d’Itria, la presidenza di Federmusica e la presidenza dell’associazione italiana dei consigli comunali e regionali d’Europa, la gestione del palcoscenico musicale della Valle d’Itria passa nelle mani di un giovane di grossa prospettiva, intraprendenza e grandi doti come Michele Punzi. Sposato, due bambini, da quasi 25 anni è titolare di uno studio legale associato in Martina Franca. Svolge la professione forense in ambito civilistico, prediligendo il diritto societario e le riorganizzazioni e ristrutturazioni aziendali. Nell’ambito dell’attività professionale, ha ricevuto incarichi dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Tribunale di Taranto e da Enti pubblici, oltre ad essere stato nominato in diversi Consiglio d’Amministrazione di società ed aver collaborato con un primario istituto bancario italiano. Dopo un’esperienza giovanile nell’ufficio stampa del Festival della Valle d’Itria, per un decennio è stato il consulente legale, prestando attività pro bono, prima di diventare parte integrante della struttura organizzativa nel 2010. Venerdì 24 marzo la sua elezione all’unanimità dell’intero consiglio d’amministrazione. Le sue prime parole piene di emozione: “Accetto questa nomina con grande senso di responsabilità, consapevole che non sono chiamato a sostituire un uomo che, per quanto ha fatto in 50 anni per la cultura italiana, non è sostituibile”.
Emozione ma tanta responsabilità. Il 2023 è la 49esima edizione del Festival della Valle D’itria. Il primo senza Franco Punzi. Qual è il primo pensiero, le prime idee. Ci sarà un rinnovamento oppure si continuerà sulla strada percorsa dal vecchio Presidente?
Il primo obiettivo è sicuramente quello di non disperdere il patrimonio che lui ci ha lasciato. Penso che il Festival della Valle d’Itria debba mantenere ben salde le sue radici, ma contemporaneamente deve guardare con entusiasmo al futuro e non avere paura di rischiare e rinnovarsi. Immagino un Festival sempre più internazionale e che offra sempre maggiori stimoli per la vita culturale del Paese.
Un Festival della Valle d’Itria di Martina Franca nato nel 1975 su iniziativa di un gruppo di appassionati musicofili capeggiati da Alessandro Caroli, primo presidente del festival, con il determinante supporto di Franco Punzi, allora sindaco di Martina Franca, e di Paolo Grassi, all’epoca sovrintendente del Teatro alla Scala. Una storia che pesa per tutti. Nel tuo programma di iniziative hai pensato d darne voce a tutti questi importanti personaggi. Negli anni ci saranno momenti del ricordo?
Il Festival non può prescindere da quella che è stata la sua storia. È giusto, come è sempre stato sino ad ora fatto, riconoscere il giusto merito a chi, in mezzo secolo, ha contribuito a far nascere questa iniziativa e a renderla tra le più importanti del settore. Sicuramente la 50esima edizione è un’occasione irripetibile per celebrare una straordinaria avventura e i suoi protagonisti.
Dal 1994 al 2009: l’era Segalini; dal 2010 al 2021 Alberto Triola, dal 2021 Direttore Artistica il tedesco Sebastian F. Schwarz, direttore musicale Fabio Luisi. Perché un tedesco e non un italiano. Ma alla fine si cambierà cosi oppure avanti così?
Quando il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Paolo Grassi ha scelto il M° Schwarz, non ha guardato alla sua nazionalità, ma allo straordinario curriculum. Le esperienze che lo stesso ha fatto in alcuni dei più prestigiosi Festivals e teatri europei, sono la garanzia per quella visione internazionale che, come dicevo prima, ritengo che il Festival debba avere. Personalmente con Sebastian Schwarz ho immediatamente instaurato un rapporto di grande empatia e condivisione di idee; a prescindere dal vincolo contrattuale pluriennale, la sua permanenza a Martina Franca non è assolutamente in discussione. Da Celletti in poi, il Festival ha sempre puntato su collaborazioni durature con i propri direttori artistici, ed i risultati positivi credo siano evidenti. Il Maestro Luisi, invece, sente Martina Franca come casa sua, ed io spero di avere l’onore di averlo al mio fianco per tanti anni ancora.