Siamo ormai nella Settimana Santa che rappresenta senza dubbio il momento più importante per ogni cristiano e diversi sono i riti che si celebrano proprio in questi giorni in tutta la Basilicata.
Il papàs Giampiero Vaccaro, parroco di San Costantino Albanese e il papàs Francesco Mele, parroco di San Paolo Albanese, della chiesa cattolica di rito greco appartenenti all’Eparchia di Lungro, insieme a Rosangela Palmieri, guida del Museo di San Paolo Albanese ed esperta di cultura e tradizioni locali, hanno raccontato con dovizia di particolari gli interessanti e suggestivi riti della Settimana Santa Arbëreshe.
A San Costantino Albanese e a San Paolo Albanese la Settimana Santa dell’Eparchia di Lungro, ovvero la Grande e Santa Settimana (Java e Madhe dhe e Shejte), comprende una serie di celebrazioni cristiano-cattoliche.
Le funzioni religiose delle due comunità italo-albanesi, situate nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, sono celebrate solennemente con il rito greco-bizantino, secondo la ricca simbologia cristiana orientale.
I riti iniziano il sabato precedente la domenica delle Palme, meglio conosciuto come il Sabato di Lazzaro che segna il passaggio dalla Quaresima alla Settimana Santa.
La mattina della Domenica delle Palme si celebra, con la Divina Liturgia, l’entrata di Cristo a Gerusalemme, vengono benedetti i ramoscelli di ulivo e d’alloro e, dopo la funzione, si svolge la processione per le vie del paese. Dalla sera si entra nella solennità della preghiera liturgica con la celebrazione, sino al mercoledì sera, dell’Ufficiatura dell’Orthros del Nymphios (Mattutino dello Sposo) ovvero il Signore che richiama le anime ad essere vigili per il suo arrivo.
La mattina del Grande e Santo Lunedì inizia la Liturgia dei Presantificati, che si conclude mercoledì mattina e si ricorda il fico maledetto seccato da Gesù.

Il giorno del Grande e Santo Martedì viene ricordata la parabola delle dieci Vergini, mentre nel Grande e Santo Mercoledì si rammenta la donna peccatrice che unse i piedi del Signore.
La mattina del Grande e Santo Giovedì si celebra il Vespro e la Divina Liturgia di S. Basilio. Durante il pomeriggio, viene allestito il Sepolcro e i fedeli portano davanti all’altare i germogli di grano abbelliti con fiori e nastrini colorati. Nel tardo pomeriggio si celebra il Mattutino della Passione di Cristo con la lettura dei 12 Vangeli (dodici brani evangelici che ricordano la passione di Cristo) e viene esposta al centro della chiesa la Preziosa Croce. La sera, a San Costantino Albanese, davanti alla chiesa, si accende un grande fuoco che viene benedetto (invece, a San Paolo Albanese si accende sabato notte). Seguono poi i canti tradizionali tipici che narrano la passione di Cristo in lingua albanese “il canto delle Kalimere della Passione”. Dal Grande e Santo Giovedì le campane sono “fasciate”, ovvero non vengono suonate, fino a sabato, in segno di lutto.
Al crepuscolo del Grande e Santo Venerdì si cantano le Lamentazioni funebri del Cristo morto e si svolge la processione dell’Epitàfios per le vie del paese; prima di andare via, giunto davanti alla chiesa, il corteo viene fatto passare sotto il Kouvouklion, portantina che sorregge l’Epitàfios Thrinos, arazzo che raffigura il momento della sepoltura e il papàs (il parroco) fa baciare ai fedeli il Vangelo benedicendo il loro capo con il profumo.
La mattina del Grande e Santo Sabato si celebra attraverso la Liturgia di S. Basilio il preannuncio della Resurrezione. A mezzogiorno le campane riprendono a suonare a festa, mentre il Papàs sparge l’alloro in chiesa, simbolo della resurrezione ossia della vittoria della vita sulla morte.

La Grande e Santa Domenica di Pasqua inizia all’alba con la Fjalza e mirë (la buona Novella). Si tratta di un momento suggestivo, il papàs a luci spente accende il cero dalla lampada perenne e cantando invita i fedeli ad accendere le altre candele dal suo cero, poi inizia a cantare i canti della resurrezione mentre tutti si dirigono in processione verso l’esterno. Intanto le porte della chiesa vengono chiuse. C’è un’ufficiatura che viene celebrata fuori, si inizia a leggere il vangelo, i fedeli iniziano ad acclamare “Cristo è risorto dai morti, con la morte ha sconfitto la morte” e il papàs colpisce con una croce la porta centrale della chiesa che alla terza volta si apre. I fedeli e il papàs a questo punto rientrano nuovamente nella chiesa, questa volta illuminata e dopo il canto del mattutino inizia la Divina Liturgia. I solenni riti della Settimana Santa si concludono in serata con la celebrazione del Vespro e la lettura del santo Vangelo di Pasqua in diverse lingue.
Filomena Dattoli