Grande risalto è stato dato dai media all’accordo di partnership tecnologica e ambientale siglato, nell’ambito del water Innovation summit, tra Acquedotto Pugliese ed Acea, con al centro l’acqua. In una attiva cooperazione con Israele lavorano per recepire buone pratiche e cambiare il sistema delle infrastrutture idriche efficendandole e vagliando nuove tecnologie che vanno dalla dissalazione dell’acqua per il suo riutilizzo all’utilizzo dei satelliti per individuare e gestire le perdite. Vale la pena ricordare che Israele è un paese semiarido con eccedenze idriche. E in queste dinamiche cosa fa acquedotto Lucano con il suo azionista di maggioranza?
Siamo ancora in attesa di un piano industriale che possa invertire la tendenza che fino ad oggi ha visto i Bilanci di Aql chiudere con forti perdite di esercizio, ripagate poi dai cittadini attraverso aumenti della tariffazione dell’acqua o con trasferimenti dalla Regione. È possibile lavorare ad un disegno industriale in grado di invertire questa drammatica inerzia? magari cercando interlocutori con i quali condividere esperienze e magari avviare forme concrete di partnership? La verità è che ci troviamo davanti ad un buco nero politico che in questi anni ha inghiottito ogni parvenza di politica di sviluppo. Registriamo dalla sanità alle politiche industriali, dall’agroalimentare fino alla gestione dei servizi passando per infrastrutture e formazione al vuoto più assoluto. La Basilicata ha, invece, urgenza di un cambio di passo, di una visione dinamica e aperta accompagnata da capacità gestionali in un mondo che cambia velocemente per affrontare i processi di transizione in atto e non farsi trovare impreparata. Il Pd sta lavorando alla costruzione di una alternativa puntando sui temi concreti quelli che coniugano visione e prossimità alle domande dei cittadini. Offrire ai cittadini lucani una alternativa a questa destra inconcludente è per noi una priorità.