Un Murales per ricordare la grande poetessa Isabella Morra a Valsinni per i sui cinquecento tre anni dalla nascita (1520). L’idea è del lucano Gaetano Celano, nato a Valsinni, attuale professore alla cattedra di Igiene e sicurezza alimentare dell’Università di Bari. “L’idea è nata quando un giorno mi sono trovato a Binetto in provincia di Bari. Su una cabina dell’Enel ho visto un bellissimo murales dove era stata disegnata la Venere di Sandro Botticelli, realizzata in occasione della festa della donna 2023, da due giovani artisti di Terlizzi. A quel punto ho pensato bene di parlarne con gli amministratori del mio paese”.
Un’idea manifestata al Sindaco, Celano (suo omonimo) e al vice sindaco in un incontro dello scorso 23 marzo dove tutti si sono trovati d’accordo sull’idea di realizzarla, per la poetessa del cinquecento, su la cabina dell’Enel situata nel comune. I giorni successivi sono stati impegnati ad inoltrare la richiesta all’Enel di cui si è in attesa di autorizzazione:
“Il Murales si spera di poterlo realizzare entro il 21 luglio per la festa patronale e prima dell’estate di Isabella Morra. Verrà realizzato dai due artisti di Terlizzi che a Binetto sono stati autori della Venere di Botticelli. Ma c’è di più.
L’idea pare andare oltre. Un murales anche su una parete del comune di Valsinni con ai lati la poesia della poetessa tratta dal Sonetto IV dal “Torbido Siri”.
Proprio così. Una ragazza malinconica con i piedi nell’acqua evoca la poetessa accompagnata sui i rispettivi lati dai versi di Isabella Morra: Quanto pregiar ti puoi, Siri mio amato, de la tua ricca e fortunata riva e de la terra che da te deriva il nome, ch’al mio cor oggi è sì grato. Partendo da Valsinni, paese natale, il professore Gaetano Celano vuole sviluppare e divulgare capillarmente un progetto culturale strategico verso UniBa 2023 incentrato sulla storia della poetessa Isabella Morra (Favale1520-46). Un personaggio affascinante ed attuale. Donna vissuta in un contesto familiare retrogrado e di cui è stata vittima. Un luogo dove resta sempre vivo il verso più bello: “D’un alto monte miro sovente io tua figlia Isabella…”