Un festival per raccogliere, intorno a un paese e un luogo preciso, il meglio delle tensioni civili e artistiche che si sprigionano negli animi e nei pensieri di ognuno e nei territori con particolare attenzione ovviamente a quello che accade in Basilicata e nelle regioni vicine. Ideato, e da sempre curato dal poeta-paesologo Franco Arminio, l’edizione 2023 di “La Luna e i Calanchi” in programma dal 18 al 21 agosto è ricco di appuntamenti con eventi molto di più di quelle previsti. Vale il motto di moda da diverse edizioni: la festa è di chi viene a farla. Tanti gli artisti che si esibiranno per le strade e il centro di Aliano. Si inizia alle ore 17,30 con la cerimonia di apertura prevista nell’Auditorium dei Calanchi alla presenza del sindaco Luigi De Lorenzo e il bisaccese Franco Arminio. Subito dopo, un grande omaggio al cantautore lagonegrese Pino Mango e nella tarda serata un omaggio a Rocco Scotellaro. A seguire storie, poesie e monologhi fino all’alba. Il giorno successivo, il 19 agosto, ai “parlamenti e letture davanti ai bar del paese” i suoni della Compagnia di musica popolare salentina, la Conversazione su Mastro Don Gesualdo di Andrea Di Consoli, ancora racconti e poesie in una notte di mezza estate. Nell’ultima giornata, quella del 21 agosto, previste conversazioni su Salvemini e Chiaromonte con Filippo La Porta, un dialogo con il grande regista lauriota Rocco Papaleo, i Tarantolati di Tricarico tanta poesia e arte nei luoghi e passeggiate nei Calanchi. Tanti gli ospiti previsti in particolare il potentino Peppone Calabrese, l’antropologo del cibo, la fotografa Melina Mulas, Francesco La Penna con la sua Fisarmonica e molti altri.
“Come ogni anno, le cose che accadranno saranno tante di più di quelle previste dal programma”, sottolinea il poeta Franco Arminio:
“Abbiamo aumentato il numero dei laboratori presenti nel paese con una novità: creare la sezione del benessere. Un festival come festa di popolo di una comunità che si ritrova con gente che vuole dare e condividere”.
Un appuntamento culturale e non solo che la Basilicata forse percepisce poco rispetto ad altri luoghi?
“Ha detto bene. La Basilicata riesce a cogliere sempre la sfiducia a minimizzare perdendo di vista la bellezza delle cose. Aliano al dì là di tutto, riesce sempre a stupire per la sua storia, la forte identità e l’energia che promana”.
Siamo arrivati all’undicesimo appuntamento con i Calanchi di Aliano, in prospettiva cosa bolle in pentola? La prospettiva è andare oltre Aliano?
“Alcuni appuntamenti si sono svolti anche in altri luoghi, come Gorgoglione, ma Aliano resta un luogo unico. Questo avvenimento si può fare solo qui. Ci sono delle specificità che solo Aliano possiede. Un borgo che da tempo ha puntato sulla cultura, il luogo di Carlo Levi che continua ad essere ricordato come l’unico paese descritto nel libro di Levi, tra i più belli del Novecento. Un libro che non è scaduto ma attualissimo”.
Aliano con i suoi Calanchi è un luogo con qualcosa che resiste, può essere poco, quasi niente, ma il vero, la bellezza sono piante con radici forti del nostro essere lucani che non va perduto, apprezzato e consolidato attraverso i richiami della luna e dell’unicità dei propri Calanchi.