Un lento viavai di fedeli e curiosi – alcuni impegnati a scattare selfie – ha fatto da contorno alla riapertura a sorpresa oggi, oltre 13 anni dopo il ritrovamento nel suo sottotetto dei resti di Elisa Claps, della chiesa della Santissima Trinità a Potenza. E’ avvenuto tutto con una decisione dell’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, monsignor Salvatore Ligorio, che ha anticipato di molto le previsioni che indicavano il mese di ottobre come quello giusto per restituire al culto della comunità potentina lo storico monumento, chiuso dall’11 marzo 2013, il giorno dopo la scoperta del cadavere di Elisa (la ragazza era scomparsa il 12 settembre 1993 e fu uccisa quel giorno stesso). Sono state scelte le prime ore di un’assolata mattinata di fine agosto, cogliendo di sorpresa la città. Una decisione che è stata duramente contestata dalla famiglia Claps e in particolare dal fratello di Elisa, Gildo, che ha evidenziato “l’agire furtivo, come dei ladri” della Chiesa potentina. “Non sono sorpreso perché sono stati ladri di verità per trent’anni”, ha aggiunto, augurandosi che i potentini “rispondano con il coraggio di non entrare in quella chiesa”. La sua posizione critica sulla riapertura ha trovato l’appoggio di Libera Basilicata, che ha scritto: “Vedere quella porta aperta in maniera repentina, improvvisa, è l’ennesimo smacco, l’ennesima mancanza di rispetto alla memoria di Elisa. Chiedevamo solo dialogo, confronto e comprensione”. La chiesa, situata nel centro storico di Potenza, resterà aperta “per un congruo tempo” – ha precisato l’arcidiocesi – ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20 per dare seguito all’invito di Papa Francesco a farla diventare “un luogo per la preghiera silenziosa, per l’adorazione, per la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita”. Il Pontefice, nei giorni scorsi, ha scritto alla madre di Elisa, Filomena Iemma, per spiegare le ragioni spirituali della decisione, alle quali si sono aggiunte le motivazioni dell’arcivescovo metropolita di Potenza, che ha sottolineato come la riapertura rientri anche “nell’ambito della ristrutturazione dell’unità pastorale nel centro storico, per rispondere alla conseguenza del suo forte calo demografico”. Ieri sera il presule ha consacrato il santissimo sacramento e lo ha deposto nel tabernacolo sull’altare della chiesa che, negli anni della chiusura, è stata sottoposta ad una serie di lavori di ristrutturazione che ne hanno trasformato, in termini di lucentezza, pareti e marmi. La parte posteriore dell’edificio, dove sorgeva la canonica dalla quale si aveva accesso al sottotetto dove furono trovati i resti di Elisa, è stata abbattuta negli anni scorsi e sono tuttora in corso lavori. La vicenda di Elisa sarà raccontata anche in una fiction in programma su Raiuno, in tre puntate da cento minuti ciascuna, a partire dal 24 ottobre. Ma la curiosità dei potentini, stamani, si è concentrata su quelle porte aperte: le reazioni di chi ci è entrato per guardare o per raccogliersi in preghiera sono state diverse ed hanno evidenziato una divisione, anche se la maggioranza – pur nel rispetto di tutti per il dolore della famiglia Claps – ha manifestato piacevole sorpresa nel vedersi riconsegnato uno dei luoghi simbolo della storia della città.
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