Si pregherà per Elisa Claps – la ragazza potentina scomparsa e uccisa il 12 settembre 1993 – oggi, in ogni messa celebrata nelle chiese della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsiconuovo. Lo ha deciso l’arcivescovo, monsignor Salvatore Ligorio, che ha rivolto “un accorato invito a tutti i sacerdoti della diocesi” alla vigilia dei trent’anni dalla morte della studentessa (il suo cadavere fu ritrovato nel 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, a Potenza). “A nessuno – ha detto monsignor Ligorio, in una nota – venga a mancare il conforto che viene dalla fede nel Signore Risorto”. In occasione dei trent’anni dalla scomparsa di Elisa Claps il Sindaco di Potenza Mario Guarente ha disposto che nella giornata di oggi martedì 12 settembre i palazzi municipali del capoluogo di regione espongano la bandiera del Comune a mezz’asta.
Dalle ore 10,30 di oggi in via Mazzini 69 davanti alla casa in cui abitava Elisa Claps e in cui abita la sua famiglia a Potenza è in programma la manifestazione “I passi di Elisa verso la verità” che si concluderà poi davanti alla chiesa della Santissima Trinità.
Danilo Restivo è un serial killer brutale ed efferato. Ha ucciso lui Elisa. Danilo da ragazzino mostrava chiari segni di fragilità, comportamenti anomali e violenti conosciuti da molti. Chissà… se le sue fragilità fossero state accettate dalla famiglia e non nascoste, chissà se una comunità avesse preso a cuore i pericoli, si fosse interessata a lui invece che a non scomodare la verità, forse non sarebbe stato un serial killer. Ho provato pietà per lui. Lo ammetto. Perché chi lo aiutava lo uccideva, chi gli dava vie di fuga gli precludeva ogni altra via per avere un’altra possibilità, quella irrinunciabile della verità. Quella possibilità tolta ingiustamente ad Elisa. Senza motivo, senza ragione. Elisa, morta a 16 anni sotto gli occhi di tutti e sepolta dove nessuno guarda. È facile oggi additare l’unico, disgustoso, reietto omicida. Ma in quella direzione ci sono altre persone, io non ne conosco i nomi, responsabili di anni di depistaggi, bugie, assurdità, coperture che non furono opera solo di Danilo. No, non sto difendendo Danilo. Ma se dopo la scomparsa di Elisa non ci fosse stata una rete invisibile di copertura, un ciclico nascondere vari errori, sarebbero ancora vive altre due donne in Inghilterra, uccise di giorno 12 con le ciocche dei capelli recise, come Elisa. Dove una comunità bada a salvare le apparenze perde la sua anima. Li dove si china il capo dinanzi alla potenza dei soprusi nasce l’ingiustizia. Se quella sera avessero preso i suoi vestiti, se qualcuno avesse detto di aver spostato un cadavere coprendolo di tegole e praticando un foro su un tetto della chiesa per far uscire i miasmi.
Provo un po’ di disagio a parlare di Restivo nel giorno in cui ricordiamo Elisa. Bisognerebbe parlare di lei, ma sento che sarebbe vuoto il ricordo se non si dice ciò che si pensa davvero. E io credo che il caso di Elisa Claps parli ancora alle nostre comunità se accettiamo di dover confrontarci con le verità anche scomode che spesso viviamo e taciamo. La verità va sempre detta, con carità, ma non va nascosta. Quel corpo sacro di Elisa è divenuto il simulacro dei dolori di famiglie che non ritrovano i propri cari, un dolore che è sempre “terra sacra dinanzi a cui togliersi i calzari”. Forse occorrerebbe rispettoso silenzio, ma in questa storia il silenzio ha fatto troppo male. Quel corpo grida contro l’indifferenza che è disgustosa tanto quanto un serial killer. Nelle nostre comunità girano tanti serial killer aiutati dalla omertà, dalla indifferenza, dalla riverenza dell’apparenza. Non sono sempre armati di coltello, non corrono via con i vestiti sporchi di sangue. Spesso si uccide in un silenzio anche meno assordante di quello che coprì Elisa nel sottotetto di una chiesa. Spesso ci sono delitti senza cadavere e senza sangue. Spesso siamo anche noi serial killer. Bisognerebbe pensare a questi decenni passati senza sapere dove fosse Elisa, a quel dolore della famiglia, per affermare che per la Verità si deve offrire tutto! Facciamo nostra la preghiera di DonMarcelloCozzi:
“Cara Elisa, ti prego, favoriscili tu quei “cammini di riconciliazione e di guarigione” che auspica Francesco, perché noi da soli quaggiù non ce la facciamo, e getta tu un ponte fra le due sponde di questa unica grande ferita sanguinante, perché io sono stato incapace.”