Durante il fine settimana appena trascorso, a Chiaromonte si è tenuto il primo Memorial “Giosuè Pesce” organizzato dal Club Alcologico Territoriale (C.A.T.) San Giovanni. La manifestazione è iniziata con un triangolare amichevole di calcio A5 e si è conclusa con un convegno informativo sull’alcolismo e altre forme di dipendenza. Un’iniziativa sportiva e sociale per ricordare Giosuè Pesce, un uomo che, dopo aver sconfitto la sua dipendenza dall’alcol, ha offerto la sua testimonianza e il suo aiuto agli altri. Giosuè è stato uno dei fondatori del Club, e per oltre dieci anni ha mantenuto la sua sobrietà, lottando contro l’alcolismo e testimoniando il suo cambiamento di stile di vita con la sua esperienza e i suoi consigli a chi ne aveva bisogno. L’alcolismo, come altre forme di dipendenza, è una condizione che richiede un intervento professionale e un sostegno adeguato. Non si tratta di una debolezza o di una colpa, ma di una malattia che ha delle cause psicologiche e sociali e può causare gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale, sulle relazioni familiari e sociali, sul lavoro e sulla qualità della vita. La psicologa Vittoria Melchionda ha spiegato che l’alcolismo è un problema serio e diffuso, che richiede grande determinazione per essere affrontato. Molte persone si illudono di poter gestire il consumo di alcol, ma in realtà ne diventano dipendenti. La sfida più grande per uno psicologo è quella di far ammettere il problema a chi ne soffre. Solo così si può trovare la soluzione. Gli alcolisti, come molte altre persone che hanno una dipendenza, tendono, di solito, a minimizzare o a nascondere la propria condizione. Per evitare di cadere nelle dipendenze, occorre conoscere bene i pericoli che l’uso eccessivo di sostanze come l’alcol, la droga e il tabacco, o di comportamenti nocivi come il gioco d’azzardo può comportare per la salute fisica e mentale, nonché per la vita sociale e familiare. Inoltre, occorre vivere in modo sano ed equilibrato, curando la propria alimentazione, facendo attività fisica, coltivando interessi e relazioni positive e gestendo lo stress in modo adeguato. Così facendo, si salvaguarda la propria salute e quella altrui. Come ci ha raccontato il presidente del C.A.T. di Chiaromonte Giosuè Marino, i Club Alcologici Territoriali sono delle associazioni che si dedicano a prevenire e contrastare le varie forme di dipendenza, offrendo sostegno e informazione. Una metodologia parallela a quella dei C.A.T. è quella adottata dal Centro di Riabilitazione Alcologica (C.R.A.), che ha l’obiettivo di aiutare le persone a smettere di bere e a restare sobri. Per raggiungere tale obiettivo, il C.R.A utilizza diverse strategie come il coinvolgimento di familiari e amici, per il trattamento di problemi psicologici associati all’alcolismo. Infatti, il percorso offerto dal Centro di Riabilitazione Alcologica è di natura familiare. Non solo gli ospiti partecipano quotidianamente a tutte le attività, ma c’è anche un coinvolgimento significativo delle loro famiglie. L’alcolismo non è visto solo come un problema individuale dell’alcolista, ma anche come un problema familiare. Pertanto, l’approccio adottato è sistemico-familiare. Le famiglie vengono coinvolte attraverso la partecipazione a comunità multifamiliari, che si tengono due volte a settimana. Ciò viene chiarito dall’educatrice del C.R.A. Linda Camardo. Giosuè, in effetti, è riuscito a sconfiggere l’alcolismo e a trasformare la sua esperienza in un’opportunità per aiutare gli altri grazie alla sua straordinaria forza di volontà, all’aiuto ricevuto dal centro di riabilitazione e al sostegno incondizionato della sua famiglia, in particolare di sua moglie Maria Fittipaldi e dei suoi figli, che lo hanno ricordato come un uomo buono e altruista. Giosuè non è più tra noi, ma la sua lotta contro l’alcolismo rimane un esempio per tanti altri che si trovano nella stessa situazione. Anche Francesco Capuano ha vissuto questa sfida e, grazie alla sua tenacia, all’aiuto dei suoi amici, all’affetto della sua famiglia e alla competenza di chi lo ha seguito professionalmente, è riuscito a vincere la sua battaglia. Lui è un servitore-insegnante una figura fondamentale per la comunità ed è un esempio di come il cambiamento individuale possa influenzare positivamente le famiglie e le comunità territoriali. Tutti possono sprofondare nel baratro delle dipendenze, ma l’importante è imparare dagli errori e non ripeterli. È fondamentale affrontare la situazione con coraggio e determinazione, cercando l’aiuto di professionisti, amici e familiari. Le storie di coloro che hanno sconfitto l’alcolismo dimostrano che è possibile superare le proprie difficoltà e trasformare la propria esperienza in un’opportunità per aiutare gli altri. È importante ricordare che ogni persona è diversa e che il percorso verso la guarigione può richiedere tempo e impegno. Tuttavia, con la giusta determinazione e il supporto adeguato, è possibile vincere la battaglia contro le dipendenze e vivere una vita piena di speranza e felicità.
Filomena Dattoli