Persi trenta milioni di metri cubi di acqua, pari al dieci per cento della capienza totale. La situazione è quella dei 5 invasi lucani che nel giro di poche settimane, dal 30 settembre al 17 ottobre, si sono visti evaporare molta dell’acqua presente. Una riduzione si stima di oltre il dieci per cento della capienza. La stima specifica è quella che indica come oltre tredici milioni si sono persi nell’ultima settimana, undici in quella precedente. I dati sono quelli dell’Autorità di Bacino della Basilicata e dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche che evidenzia come il quadro si aggravi con la continua perdita della rete idrica lucana pari a oltre il 62 per cento come certificato anche, qualche giorno fa, anche dall’ URISPES.
In sintesi i dati parlano chiaro: dell’acqua proveniente dagli invasi che raggiunge i rubinetti, quasi i due terzi vengono persi per strada. La questione verte tutta sull’utilizzo di queste risorse che appare non del tutto tranquillizzante dovute soprattutto a carenze infrastrutturali, fatto ormai noto alle istituzioni regionali, ora si aggiunge il calo repentino dei livelli dell’acqua giustificato solo in parte con il cambio delle temperature. Il dato comunque resta positivo rispetto a qualche anno. Infatti il 2023, rispetto ad un anno fa, ha visto un aumento del livello dell’acqua degli invasi grazie alle piogge primaverili al momento la Regione può contare all’incirca di duecento ottanta milioni di metri cubi di acqua. Ma restano importanti le opere di manutenzione ai vari invasi in particolare quello della diga più grande d’Europa di Montecotugno a Senise.