«Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità». È una delle dichiarazioni fatte del Ministro della cultura Gennaro San Giuliano al Museo Nazionale di Matera in occasione della inaugurazione della mostra «Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento» che sarà visitabile all’interno di Palazzo Lanfranchi fino al 10 gennaio 2024. Esposti oltre 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private, oltre a documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse Istituzioni. Dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti alla mostra di Matera ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra il Museo nazionale di Matera e la Direzione regionale Musei Veneto. La mostra, ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara, curata da Massimo Duranti, infatti è promossa dal Museo nazionale di Matera in cooperazione con la Direzione regionale Musei Veneto.
Secondo Osanna, «la vocazione del Museo nazionale di Matera come centro di ricerca e memoria della tradizione storica e culturale del Meridione trova piena espressione nella mostra dedicata al Futurismo. L’esposizione focalizza l’apporto degli artisti del Mezzogiorno nella nascita e nello sviluppo di questa importante esperienza artistica del secolo scorso”.
“Nel catalogo – sottolinea il curatore Duranti – nell’ambito degli esiti della ‘Ricostruzione futurista dell’Universo’, è richiamato il manifesto del 1915, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero, che segna la continuità e l’evoluzione della prima stagione ‘eroica’ del Futurismo e che teorizzava l’interesse del movimento per ogni forma di espressività e dunque letteratura, poesia, cinema, teatro, musica, arredo, cucina. Per questo motivo, una sezione della mostra è dedicata alle arti applicate: mobili, arazzi, abiti, maioliche. Importante è la presenza dell’‘Intonarumori’ di Russolo, nella ricostruzione di Pietro Verardo che ripropone sonoramente l’invenzione del futurista in materia di musica-non musica. Accanto a questo apparato e sempre in materia musicale, vengono esposti gli spartiti, conservati al Conservatorio di musica Lorenzo Perosi di Campobasso, di Nuccio Fiorda”.
Accanto ai nomi dei protagonisti Boccioni, nativo dellaCalabria, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono anche quelli di personaggi meno noti, ma non meno significativi come Roherssen, Bologna e Castellana.
Per quanto riguarda gli aeropittori,presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinettistesso nel 1939: Prampolini e Crali inseriti nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Opere di Dottori, Fillia e Bruschetti rappresentano l’Arte Sacra Futurista, codificata dal manifesto del 1931.
Oltre all’Aeropittura, negli sviluppi futuristi si manifesta la tendenza meccanicistica che viene rappresentata da opere di Depero, Pannaggie Prampolini che manifesterà poi l’idealismo cosmico, presupposto dell’astrattismo. Particolare attenzione è riservata in mostra, guardando specificatamente al Meridione, ai “Circumvisionisti”, il gruppo dei futuristi campani attivi già dal 1914: pittori, poeti paroliberi, scrittori e intellettuali che animarono la presenza futurista a Capri e Napoli. Vengono così presentate opere dei fratelli Francescoe Pasqualino Cangiullo, Buccafusca, Cocchia, Peirce, Lepore, Maino, protagonisti di un percorso culturale che dal Futurismo giunge al teatro napoletano di Antonio De Curtis.
Un focus è riservato al contributo al Futurismo della Lucania: ad essere esposte sono due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”.
In seguito alla conferenza stampa di inaugurazione della mostra a Palazzo Lanfranchi presenziata anche da numerose autorità, dal sindaco della città di Matera Domenico Bennardi, dal Presidente della Provincia Marrese, oltre che dai dirigenti regionali di Fratelli d’italia, tra cui il coordinatore regionale Piergiorgio Quarto, il Senatore Gianni Rosa e il Consigliere regionale Tommaso Coviello, il ministro Sangiuliano ha visitato il vicino museo Ridola contenitore di importanti testimonianze archeologiche rinvenute a Matera e dintorni.
La visita al Museo si è conclusa con un buffet di tipicità locali particolarmente apprezzato dal ministro che ha ribadito come la sintesi tra Matera e il Futurismo a suo parere è perfetta. “La città dei Sassi è una vera capitale italiana della cultura che presenta un’offerta di alta qualità a 360 gradi oggi apprezzata a livello internazionale, come il futurismo è il principale movimento italiano che poi ha assunto una dimensione globale, ponendosi come eccellenza dell’italianità nel mondo”.