Il sindaco di Senise rimane in sella, il consiglio comunale ha bocciato la mozione di sfiducia firmata dall’opposizione e da una parte della ex maggioranza pareggiando i conti dei consiglieri. Sei a favore e sei contrari, con un neoassessore acquisito dall’opposizione che fa da ago della bilancia, e con il sindaco che naturalmente, vota la fiducia a sé stesso facendo la differenza.
Le carte però si mescolano, e chi era contrario al sindaco ora è favorevole mentre chi lo appoggiava non lo appoggia più. Un déjà vu per l’amministrazione di Giuseppe Castronuovo che già nelle due precedenti legislature da lui guidate ha concluso il mandato grazie all’appoggio della minoranza. Questa volta però è diverso, come ha sottolineato il consigliere Dino Roseti. È la prima volta, in effetti, che un esponente dell’opposizione venga cooptato in maggioranza e ne diventi addirittura assessore.
È il caso del contestatissimo Rosario Marino, divenuto ora assessore alle attività produttive e, a quanto pare, con delega anche alla sanità. Un assessorato pesante che non può che essere considerato dalle opposizioni come moneta di scambio per aver puntellato l’ex maggioranza, che senza di lui non avrebbe i numeri. Nel corso del consiglio comunale, tenutosi ieri 25 ottobre, sia Nicola Petruccelli di FdI, sia Valeria Sassano di FI, che Roseti del PD lo hanno duramente attaccato accusandolo di aver giocato su due tavoli, avendo firmato la mozione di sfiducia al sindaco mentre contrattava il suo ingresso in giunta. Imbarazzata e poco convincente la sua risposta. Dopo essersi scusato con i suoi ex colleghi di minoranza, il novello assessore ha spiegato che riteneva inconsistenti i motivi per far cadere l’amministrazione, augurandosi di far bene nel suo mandato e di far ricredere quelli che oggi sono i suoi detrattori.
Poche parole e poco chiarificanti quelle di Stefania Cristiano, che si trova invece in una posizione ben diversa. È vero che lei è stata la prima ad abbandonare la maggioranza ma è anche vero che è stata eletta nella lista del sindaco, cosa rivendicata dalla neoassessore al bilancio. Dure ma diversificate le posizioni di Teodora Cicchelli e Giuliana Latronico da un lato, che hanno firmato la mozione di sfiducia, e Francesco Marranchiello dall’altra, che invece la sfiducia non l’ha firmata ma l’ha votata. Un distinguo politico quest’ultimo che prova lo sfilacciamento dei rapporti anche generazionali fra un più volte sindaco e il gruppo di giovani che avrebbe dovuto sostenerlo e coadiuvarlo. Tra le due fazioni sono volate accuse reciproche con i giovani che hanno denunciato lo scarso coinvolgimento e l’accentramento di potere nelle mani di Castronuovo e quest’ultimo a sostenere la tesi opposta della scarsa produttività amministrativa dei fuoriusciti. Il tutto in un’assise tesa e ampiamente sopra le righe, durata quasi tre ore.
Uno scambio di accuse tutto interno alla ex maggioranza, con posizioni distanti anni luce che sono la testimonianza del logoramento non solo politico dei rapporti fra Castronuovo e i suoi ex consiglieri. Ora la maggioranza si regge su un solo voto, quello di Marino, non eletto in consiglio comunale e subentrato al capolista della lista di minoranza Asprella. Un soccorso che il sindaco ha definito non richiesto ma spontaneo. Va così solitamente quando emerge in un contesto politico e amministrativo il fungo inaspettato. C’è chi lo definisce “responsabile” e chi lo definisce “Scilipoti”, è una questione di punti di vista. O di interessi!