L’Ospedale di Policoro è noto ormai da tempo che versa in una situazione di affanno e, come abbiamo scritto più volte, i motivi sono da ricercare nella carenza di personale sanitario che, da anni ormai è nella indifferenza di tutte le istituzioni, sia locali che regionali. Una questione mai risolta, ma che adesso ha bisogno di risposte immediate per evitare il tracollo. Dalle notizie che trapelano ormai da mesi e nelle ultime ore, l’impressione che hanno in molti e che ormai assumerebbe tutti i caratteri di una realtà e non più di una supposizione, è che sembra di rivivere lo stesso declino lento ma inesorabile che ha interessato l’Ospedale di Tinchi. Probabilmente l’obiettivo è quello di far emergere l’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera, dove la situazione generale tuttavia non è delle migliori, e far rimanere su tutto il territorio lucano solo due centri ospedalieri di riferimento. E’ notizia di poche ore che dal 1° Novembre l’Unità Operativa di Chirurgia del “Giovanni Paolo II” di Policoro, perde, per motivi pensionistici, il suo attuale primario, il Dott. Vincenzo Sassone. I pochi chirurghi che resteranno a prestare servizio non riescono ad assicurare la continuità assistenziale. Da ciò ne consegue che tutti i casi clinici che rivestono carattere di urgenza verranno trasferiti dal 118 direttamente presso l’Ospedale di Matera. Con riferimento alla situazione del reparto di Chirurgia di Policoro c’è da sottolineare che, da mesi, è stato indetto un avviso di concorso pubblico per l’attribuzione di incarico di Direttore di Struttura Complessa di Chirurgia che però non è stato ancora espletato.
A causa dell’assenza di un piano aziendale di assunzione, la stessa sorte, sempre per motivi pensionistici, interesserà a breve anche altre Unità Operative oltre a quella di Chirurgia, come l’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, l’Unità di Endoscopia Digestiva e quella di Pediatria, che versano anch’esse in situazione di carenza di personale medico. Nota ormai da tempo è anche la situazione difficile in cui versa l’Unità di UTIC/Cardiologia e quella della Unità di Radiologia nella quale, in particolare, determinate prestazioni che richiedono la presenza in loco del medico radiologo, vengono assicurate solo durante le ore diurne ma non notturne perché c’è un solo medico. Ne consegue che anche un Pronto Soccorso attivo non può reggersi in assenza di una chirurgia d’urgenza e di un servizio di radiodiagnostica. Nel corso dei mesi e anche nelle ultime settimane, diversi professionisti in varie discipline si sono offerti, volontariamente, di prestare servizio presso l’Ospedale di Policoro per scongiurarne il tracollo ma non hanno mai ottenuto risposta dagli organi preposti a cui hanno fatto richiesta.
La chiusura dell’Ospedale di Policoro che sta avvenendo nella indifferenza generale avrà ripercussioni su vari punti. Prima di tutto l’utenza, non solo metapontina ma anche dell’Alto Jonio cosentino ed interno potentino. Molte situazioni cliniche infatti sono tempo-dipendenti e il tempo necessario per raggiungere altri ospedali potrebbe fare la differenza, considerando anche il fatto che con l’avvicinarsi della brutta stagione e delle condizion meteo non sempre ottimali, il servizio di eliambulanza non potrà sempre essere disponibile. L’utenza sta facendo i conti anche, per via degli tagli alla sanità, con le lunghe liste di attesa per esecuzioni di esami e di interventi, che spesso, richiedendo caratteri di urgenza, spingono i lucani a migrare verso altre regioni, con aggravio sui costi e per chi non ha possibilità di curarsi la rinuncia alle cure.
Ci sono poi da considerare le conseguenze economiche per la città di Policoro. La chiusura di un ospedale comporta anche perdita in termini economici. Basti pensare a quanti esercizi commerciali guadagnano grazie all’ospedale (farmacie, parafarmacie, negozi di presidi medici, servizi di ristorazione) perché si trovano nei pressi dell’ospedale, a quanta gente affitta o compra case perché ci lavora, ai turisti molti dei quali scelgono le località dove trascorrere le loro vacanza perché li rende tranquilli il fatto che ci sia un ospedale. Insomma un vortice che andrà a travolgere l’intero comparto sanitario-economico.