Il maltempo che ha imperversato, e che si appresta ritornare, in mezza Italia, con danni e disagi per le popolazioni colpite, non allarma i responsabili degli uffici regionali preposti alla sicurezza del territorio che evidentemente non ritengono la frana del viadotto Fortunato, nel territorio di Senise, un’emergenza. Nonostante la prolungata chiusura di un lungo tratto della SS Sinnica, riaperta senza aver rimosso le problematiche alla base, tutto sembra scorrere senza nessuna preoccupazione. Eppure la prima frana, che ha invaso la carreggiata del viadotto e provocato la chiusura della strada, è avvenuta a febbraio del 2019, vale dire poco meno di 5 anni fa. Cinque lunghi anni di immobilismo travestito da monitoraggio e punteggiato di incontri in Regione, mobilitazioni di comitati, nati e svaniti nel breve giro di un’elezione amministrativa, e di piccoli movimenti di terreno giudicati “nella norma”.
Già dal 2018, quindi nell’anno precedente la frana, erano stati segnalati, nero su bianco al comune di Senise i segni premonitori di ciò che stava per accadere ed era stato perfino proposto un progetto di monitoraggio con interventi su una faglia di frana che attraversava il costone Fortunato fino alla strada consortile che passa sotto il viadotto della Sinnica, con l’obiettivo di bloccare la frana fin dove era arrivata, non avendo ancora interessato la carreggiata della fondovalle del Sinni. Nell’occasione fu anche portato all’attenzione degli uffici che alla testa della frana c’è una vasca di accumulo dell’acqua di proprietà del Consorzio di Bonifica, allora della Val d’Agri oggi Consorzio unico regionale. I tecnici del Consorzio dovrebbero, dunque, essere al corrente del fatto che quella vasca potrebbe essere una concausa della frana. Ma nulla si muove. E questo è tanto più strano se si considera che il corpo della frana è attraversato da una condotta rurale che da quella vasca porta acqua ai terreni circostanti. Sembra che questa condotta fu visionata ma, essendo passati 4 anni, non si sa quali siano ora le sue condizioni, anche perché quella vasca sembra non essere in funzione.

Tutto questo quando la frana non aveva ancora coinvolto il viadotto Fortunato. Questo significa che se si fosse intervenuti subito questi danni al viadotto di una così importante arteria si sarebbero potuti evitare. Ma la storia non finisce qui perché ad oggi, nonostante le tonnellate di terreno che continuano a spingere la campata, che si è spostata, dicono fonti tecniche, di circa 40 centimetri, quell’area continua ad essere classificata come R3, cioè a rischio elevato, piuttosto che R4 cioè a rischio molto elevato e quindi con maggiori possibilità di rientrare in interventi di somma urgenza. Sembra che l’ANAS monitori quasi quotidianamente lo stato della frana che, ormai come si vede ad occhio nudo, incombe di nuovo sulla carreggiata, ma si tratta di un intervento passivo. Magari servirà ad avvertirci per tempo di una nuova eventuale frana, ma all’orizzonte non si vede la programmazione di nuovi interventi per bloccare definitivamente lo scivolamento e mettere in sicurezza la strada.
Nel frattempo cumuli enormi di terreno scivolati a valle spingono sui piloni del viadotto e incombono sulla fiancata della carreggiata che a questo punto potrebbe essere di nuovo invasa, con l’inverno alle porte e le piogge in arrivo. Il sindaco Castronuovo ci fa sapere che ad oggi, dopo 4 anni, non sono ancora stati versati dalla Regione i circa 40 mila euro che sono serviti per sgomberare la strada in occasione della frana del 2019, e che la ditta continua giustamente a reclamare il saldo delle spettanze.
In questi giorni sopralluoghi e interventi potrebbero essere favoriti dal clima clemente, ma se il meteo dovesse peggiorare potrebbe verificarsi una nuova frana, con tonnellate di terra che invadono la carreggiata della Sinnica e probabilmente una nuova inevitabile chiusura. Allora, perché continuare ad aspettare che accada l’irreparabile? Perché non intervenire ora che il clima lo permette e scongiurare una nuova, devastante, chiusura dell’arteria stradale? Alcune fonti dicono che i tecnici sono attesi a giorni per il famoso sopralluogo, sperando che non sia troppo tardi.