Questione importante, quello dell’eolico, che riguarda l’impatto ambientale
Cosa si nasconde dietro l’eolico in Basilicata? Il popolo lucano ha il sacrosanto diritto-dovere di sapere se è un vantaggio o meno per il suo futuro. Da qualche tempo, dopo il caso del comune di Avigliano della pala rotta e dei pericoli per i residenti e passanti, si è ritornato a parlare dell’eolico selvaggio che pare aver raggiunto livelli non tollerabili su tutto il territorio. L’attuale assessore all’ambiente, Gianni Rosa, nei sui incontri di maggio e giugno scorso, con i sindaci intervenuti, ha dichiarato che: “La competenza è nazionale, ma faremo tutto quello che è nei poteri della Regione per fermare questa situazione, dando impulso all’approvazione del Piano paesaggistico regionale, previsto dalla legge regionale n. 23 del 1999, norma vecchia di 20 anni. La tutela del paesaggio e dei cittadini è priorità di questa giunta”. A settembre 2018 la nostra testata pubblicava un resoconto normativo sulla questione analizzata, studiata dalle precedenti amministrazioni senza poi arrivare, alla resa dei conti, all’approvazione di un piano paesaggistico necessario per regolamentare definitivamente il territorio dal selvaggio palo eolico. Tanto per restare vicino agli ultimi interventi normativi va ricordata la data del 22 dicembre 2015, quando la Giunta del Presidente Pittella approvò il provvedimento numero 1675 che modificava la delibera 208 del 2013 nel modello organizzativo per procedere alla redazione del piano paesaggistico regionale attraverso una procedura aperta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il 19 ottobre del 2016, la Giunta Pittella con provvedimento numero 1197 approvava gli atti di gara. Il 9 marzo 2018 con delibera di giunta numero 204, l’esecutivo Pittella prendeva atto del verbale dell’incontro con il comitato paritetico, Stato- Regione, nominato nel 2016. Un comitato che nell’allegato A parlando di pale eoliche indicava criteri precisi per evitare “l’effetto selva” facendo riferimento anche ad interventi del TAR Campania. Nel 2018, il 30 aprile la Giunta Pittella, con delibera numero 362, approvava l’ennesimo incontro del Comitato Paritetico dove venivano individuate ulteriori aree da tutelare per evitare invasioni selvagge. Da aprile 2018ad oggi nulla di più. A questo ora vanno fatte seguire una serie di documentazioni giornalistiche, lettere aperte, in particolare quelle dell’Inu Basilicata, istituto nazionale di urbanistica, inoltrate , dal 2013 a tutto il 2018, alla regione Basilicata nelle figure dei vari Presidente di Giunta e assessori passate, dove venivano chieste spiegazioni e approfondimenti sui costi- benefici e del danno all’immagine provocato (si legge nella lettera aperta al consiglio regionale del 7giugno 2013 ) da un eolico selvaggio, al “quadro”paesaggistico ed habitat culturale della Basilicata. {module bannerInArticleGoogle} A questo facevano seguito domande senza risposte del tipo: la programmazione regionale prescinde dalla programmazione territoriale?perché la redazione del piano paesaggistico della Basilicata non è stata ancora avviata? perché la legge urbanistica regionale(numero 23 del 1999) non è stata ancora sostituita? perché la regione Basilicata non ha uno schema di organizzazione infrastrutturale collegato al TEN –T europea?Nella stessa comunicazione del giugno 2013, l’Inu Basilicata chiedeva spiegazione della seduta digiunta del 24 maggio 2013 dove veniva autorizzato la realizzazione di una serie di “parchi eolici” che sommati a quelli già costruiti,e quelli in lista di attesa configuravano un’alterazione del paesaggio regionale. A seguire una serie di articoli di approfondimento su storie di eolico selvaggio a Balvano, Tolve, Oppido Lucano, San Chirico Raparo in un’area d’interesse archeologico. Questi solo alcuni articoli giornalistici rilegati in un pamphletdove è contenuta una disamina attenta di una realtà che va cambiata. C’è anche un interrogazione del marzo 2018, dell’allora consigliere Gianni Rosa, che chiedeva lumi alla Giunta Pittella, sul parco eolico in costruzione nei comuni di Tolve, Oppido Lucano, Irsina e Genzano di Lucania : “nel permettere all’azienda di iniziare i lavori, è stato preso in considerazione il mutamentodelle condizioni ambientali dovute alle sopravvenute installazioni di impianti eolici nelle vicinanze e soprattutto alla legge regionale numero 54 del 30 dicembre 2015 che pone il divieto di installazione impianti da fonte di energia rinnovabili in questi comuni?; Se la zona interessata dalle opere è classificata come agricola, con quale atto regionale è stata autorizzata la deroga alla zonizzazione comunale con la realizzazione di impianti eolici in zona agricola?”. Sulla materia andrebbe dato uno sguardo, gazzetta ufficiale del 15 novembre 2017, sentenze ed ordinanze della Corte Costituzionale, a pagina 68 “Energia. Norme della regione Basilicata – Tipologie di impianti da fonti di energia rinnovabili”. {module bannerInArticleGoogle} Ma tra tutta la documentazione giornalistica andrebbe letto un bellissimo pezzo, apparso sul giornale lucano del 27 settembre 2008, a firma di Francesco De Angelis, dal titolo: Royalties: dall’eolico molto più che dal petrolio”. Dove tra l’eolico e il petrolio, con calcoli precisi, regolamentato con attenzione e competenza, porterebbe un gettito almeno dieci volte superiore al petrolio. Questione importante, quello dell’eolico, che riguarda l’impatto ambientale verificando i costi e soprattutto i benefici. In ogni caso i Lucani chiedono in primis una definita regolamentazione con l’approvazione del piano paesaggistico in breve tempo. Se le relazioni ci sono, i documenti sono completi perché non affrontare il problema in maniera decisa dando soddisfazione ai lucani che hanno chiesto il cambiamento?.