Storia e gastronomia per ricordare un momento importante per i sanseverinesi
San Severino Lucano fa un tuffo nel passato. Per due giorni, sabato 10 e domenica 11 agosto, la piccola comunità situata nella valle del Sinni, darà spazio alla storia dei briganti. Un appuntamento di cultura meridionale organizzata dalla Pro Loco del Pollino per affrontare un tema delicato e importante, quello del brigantaggio in terra di Lucania. Parlare di brigantaggio in quest’area tra Basilicata e Calabria si traduce in un momento alto della storia di questo territorio. I briganti, quando venivano arrestati e processati, non li facevano parlare: potevano fare delle rivelazioni pericolose per i “galantuomini”, che li avevano utilizzati e traditi. La voce dei briganti, tranne qualche loro brevissima dichiarazione, non esiste nei fascicoli processuali. In quelle carte c’è soltanto la voce dei giudici e dei padroni. San Severino Lucano è terra che conosce molto bene la storia del brigantaggio e per aver scritto una pagina importante della storia di questo territorio.Paese che oltre a dare i natali al capitano Jannarelli e a Serafina Ciminelli, compagna del grande capo banda francavillese, Antonio Franco, conserva i resti di una pagina di storia vissuta. Infatti a Caramola c’era e c’è la “grotta dei Briganti” testimoniata dalle scritte incise nella parete destra della cavità “1856 se piglia je unà 5 visacce di dinarià”.Nei pressi di San Severino esiste una contrada detta “fosso del brigante”, triste ricordo del brigantaggio locale. {module bannerInArticleGoogle} Ai piedi di Timpa Vitelli si apre l’omonima grotta detta anche “dei briganti”, dove fu tenuto segregato nel 1863 il signor Nicola Grimaldi, il comandante della Guardia Nazionale di Francavilla sul Sinni che fu bruciato vivo nonostante fosse stato pagato un cospicuo riscatto. Programma intenso di appuntamenti. Sabato 10 agosto, ore 18,00, presso la sala convegni della Pro Loco, convegno “Briganti e Brigantesse: il ruolo della donna nel brigantaggio”. Vite dimenticate o mai raccontate. Un popolo che vide prendere le armi e lottare per preservare il proprio mondo anche con l’aiuto di madri, moglie e ragazze giovanissime per difendere il valore della libertà di decidere. Il Tema verrà approfondito dai professori Giuseppe Rizzo di Albidona in provincia di Cosenza e Antonio La Rocca di San Lorenzo Bellizzi. Alle 20,30 cena brigantesca fatta di guanciale di maiale, Lagane e Fasul, pane cavato e vino locale con la gradazione brigantesca oltre i 14 gradi. Domenica 11 agosto a conclusione dell’evento alle 21,30, in piazza Marconi, rappresentazione teatrale “LaBriganta” a cura dell’associazione potentina Petra. Il racconto avvincente di Filomena Pennacchio, tra le più note donne che aderirono al brigantaggio postunitario, che dal carcere in cui era rinchiusa da oltre vent’anni, rivive gli anni nei quali si unì alle bande di fuorilegge che dopo l’unità d’Italia misero a ferro e fuoco il Meridione. Soddisfazione per il primo cittadino di San Severino Lucano, Franco Fiore per questo appuntamento diventato di rito nell’estate sanseverinese. “Si continua – sottolinea Franco Fiore, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – un percorso intrapreso da molto tempo che riceve ogni anno una grande attenzione. Chiaramente l’appuntamento ha l’obiettivo di ricordare un momento storico vissuto dal nostro territorio abbinato ad aspetti gastronomici del tempo e trattenimenti vari”.