La Basilicata è tra le regioni che soffrono di più il divario con il resto d’Italia
La Regione Basilicata si confronta con l’ANAS, per richiedere migliori collegamenti e strade più sicure. Tra le regioni del Mezzogiorno che soffrono maggiormente questo divario vi è certamente la Basilicata, dove il complesso sistema dei trasporti e dei collegamenti con il resto del Paese presenta un quadro di perduranti ritardi e di inefficienze nell’ammodernamento e sviluppo della rete regionale. Tutte le amministrazioni susseguitesi in via Verrastro si sono impegnate a risolvere il problema ma la realtà è ben diversa. Per non smentire la memoria: sulla Gazzetta ufficiale numero 304 del 2011 fu pubblicato la delibera del 3 agosto 2011 numero 62 con cui il Cipe indicò l’individuazione e il finanziamento delle infrastrutture sia di rilievo nazionale che interregionale per l’attuazione del Piano nazionale per il Sud, agendo sia sul comparto delle merci, ponendo i presupposti per lo sviluppo di un’offerta di Alta Capacità ferroviaria anche nel Mezzogiorno, sia su quello delle persone, con il decongestionamento di alcuni assi stradali interni al Mezzogiorno. {module bannerInArticleGoogle}
La delibera, assegnò alla regione Basilicata risorse per un totale di 16 interventi infrastrutturali stradali e ferroviari di rilevanza sia interregionale che regionale, per un costo complessivo di 1.561 milioni di euro, con finanziamenti disponibili di 202.7 milioni di euro 418.6 assegnati ed un ulteriore fabbisogno di 950.3 milioni di euro. Poi l’accordo di programma quadro, sottoscritto nell’aprile del 2014, tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, la regione Basilicata e l’Anas previde un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro in merito ai lavori di adeguamento e messa in sicurezza, di completamento di opere già avviate e di realizzazione di nuove infrastrutture stradali sul territorio lucano. L’accordo prevedeva: il completamento di un primo stralcio funzionale della statale 655 Bradanica tra i chilometri76 e 82, nel comune di Spinazzola, ai confini tra Puglia e Basilicata; i lavori di messa in sicurezza su tratti saltuari tra i chilometri 0 e 48 del nuovo itinerario della statale 658 Potenza-Melfi; il completamento della bretella di collegamento tra la statale 585 Fondo Valle del Noce e l’abitato di Lauria in provincia di Potenza; i lavori sulla strada statale 95 Tito-Brienza per la costruzione dello svincolo per l’abitato di Tito in località Nuvolese, per l’adeguamento dello svincolo per Satriano e per la nuova “Variante di Brienza”; la progettazione preliminare e definitiva dei nuovi itinerari Matera-Ferrandina-Pisticci e Gioia del Colle-Matera sul corridoio Murgia-Pollino, la messa in sicurezza della strada statale 18 Tirrena Inferiore, nel comune di Maratea; i lavori del 1o, 2o e 3o lotto della statale “Strada Fondo Valle Sauro-Corleto Perticara – strada provinciale Camastra”; l’adeguamento strutturale e messa in sicurezza dell’itinerario Basentano (compreso il Raccordo autostradale Sicignano-Potenza) e infine il 1o e il 3o stralcio del tratto di collegamento tra le statali Basentana e Sinnica (Pisticci-Tursi).
Tutto con risorse finanziarie provenienti principalmente dai fondi di coesione e sviluppo 2007-2013, pari a oltre 194 milioni di euro e dai 181 milioni di euro previsti della legge 488 del 1999. In tutto questo, dopo la pubblicazione del rapporto rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2015, diffusi il 30 luglio 2015, l’allora Ministro alle infrastrutture Delrio annunciò che, nei successivi venti mesi, nelle regioni del sud d’Italia, l’apertura di una serie di cantieri per grandi opere e infrastrutture con investimenti che attiveranno 15 miliardi di risorse e che, a Matera, agli inizi del 2020 si sarebbe staccato il primi biglietto della famosa stazione di Matera. Per ritornare ai giorni nostri, l’attuale giunta regionale di Basilicata, nel giugno scorso tenne in regione un incontro tra rappresentanti dell’Amministrazione regionale, di Anas e delle imprese appaltatrici per fare il punto sugli interventi di messa in sicurezza del tracciato stradale, in tratti saltuari, sulla strada statale 658 “Potenza-Melfi” e sul completamento dei lavori del 1° tronco-1° lotto della Martella sulla strada statale 655 “Bradanica”.
L’attualità vede le proposte dei sindaci della Val D’Agri, Viggiano, Marsicovetere, di collegamento del fondovalle dell’Agri all’A2 del Mediterraneo. Il sindaco di Latronico, Fausto De Maria, sottolinea, giustamente: “è necessario collegare le 4 strade a scorrimento veloce lungo proprio le valli dei principali fiumi (Bradano, Basento, Agri, Sinni) per unire la nostra Basilicata e toglierla dall’isolamento del suo entroterra. La “Lauria-Candela” era un ottimo progetto e purtroppo sarà rimasto chiuso in qualche cassetto perché negli ultimi anni nessuno ne parla più”. Qualcun altro dice: “nessuno della Val Sarmento ha, quantomeno sussurrato, che riprendere il vecchio progetto di completamento del collegamento Sarmentana-Oriolo, 10 chilometri, chiamata anche Valle del Ferro, avrebbe una triplice convenienza: alleggerire il traffico SA-RC- consentendo all’ Alto Ionio Calabrese di poter prendere l’autostrada a Lauria direttamente; in caso di chiusura del tratto autostradale Lauria-Frascineto garantire l’ingresso alla 106 senza dover intasare la sinnica ma procedendo verso la Valle del Ferro per Oriolo, infine offrirebbe alla Val Sarmento e all’intero senisese un bacino di utenza turistica di almeno 100.000, potenziali utenti”. La concreta infrastrutturazione è la svolta per lo sviluppo della Lucania. I cambiamenti veri sono alla portata di mano, hanno solo bisogno di fatti chiari.