L’estrazione è avvenuta in una fossa di 6,5 metri di profondità. Non risultano altri casi nel mondo
Maxioperazione per la rimozione del monolite in cemento armato contenente rifiuti radioattivi nell’impianto Itrec della Sogin di Rotondella (Matera). Le operazioni si sono concluse oggi con l’estrazione definitiva della struttura verticale di 130 tonnellate di massa e un volume di 54 metri cubi. Ingegneristica tutta italiana. L’estrazione è avvenuta in una fossa di 6,5 metri di profondità. Non risultano altri casi nel mondo. Quest’ultima fase consentirà poi la bonifica del sito. Realizzato alla fine degli anni ’60, il monolite è una struttura verticale di forma prismatica con una massa di circa 130 tonnellate e un volume di 54 metri cubi. Si trova a 6,5 metri di profondità dal piano campagna e al suo interno, suddivisi in quattro pozzi a sezione quadrata, vi sono fusti con rifiuti a media radioattività, inglobati in malta cementizia, derivanti dall’esercizio dell’impianto. “La fase più delicata e difficile – ha spiegato il responsabile della disattivazione impianti, ing. Vincenzo Stigliano, lucano, che proprio ieri ha compiuto 48 anni – è stata quella della separazione nei quattro pozzi”. Le 64 barre di uranio ad alta attività del sito di Rotondella sono depositate in sicurezza nella piscina, mentre nei pozzi estratti di cui si è ultimata la fase oggi, sono contenuti alcuni elementi a media radioattività. I quattro pozzi rimossi sono stati trasferiti in massima sicurezza in un deposito del sito per il loro stoccaggio temporaneo e per poi essere ritrattati in una fase successiva. {module bannerInArticleGoogle} Il dissotterramento è avvenuto alla presenza della stampa posizionata su un palchetto a distanza di circa una cinquantina di metri dal luogo dell’estrazione. Una gru ha estratto quindi l’ultimo pozzo posizionato in modo verticale per poi girarlo orizzontalmente su una struttura per permetterne poi il trasporto. “Una tecnica tutta italiana – ha detto Stigliano – che è un modello per tutto il mondo”. L’attività che ha portato alla fase finale di oggi è durata 12 anni dalla progettazione alla messa in opera. Il sollevamento e l’estrazione dei singoli pozzi è l’ultima fase dei lavori che consentiranno di procedere alla bonifica e al rilascio dell’area della Fossa 7.1. “Tutte le attività che Sogin svolge – è stato sottolineato – sono autorizzate e vengono vigilate da Autorità ed Enti, locali e nazionali, preposte a sovrintendere e a sorvegliare, ciascuna per la propria competenza, i lavori di smantellamento e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti negli impianti”. “Abbiamo vissuto un momento importante: la conclusione delle operazioni di rimozione del monolite della Fossa 7.1 nell’impianto Itrec di Rotondella”. Lo ha detto oggi, l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, che ha partecipato all’iniziativa organizzata da Sogin – la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari – per celebrare la conclusione degli interventi di estrazione, da una profondità di 6,5 metri, di una massa di cemento armato contenente rifiuti radioattivi, di circa 130 tonnellate e con un volume di 54 metri cubi. “All’interno del monolite – ha ricordato Rosa, presente a Rotondella insieme all’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone – sono conservati fusti di tipo petrolifero da 220 litri, inglobati in malta cementizia, all’interno di quattro pozzi. {module bannerInArticleGoogle} Oggi si è provveduto al sollevamento e all’estrazione di quel blocco contenente materiali pericolosi. Come spiegato dalla Sogin, i quattro pozzi rimossi sono stati trasferiti in massima sicurezza in un deposito del sito per il loro stoccaggio temporaneo. Dopo le operazioni odierne – ha detto ancora l’esponente dell’esecutivo – sarà possibile passare all’ultima fase dei lavori, che consentiranno di procedere alla bonifica e al rilascio dell’area della Fossa 7.1. Siamo certamente soddisfatti – ha aggiunto Rosa – che si sia giunti, dopo anni di attesa e di pazienza da parte dei lucani, in primis dei cittadini residenti nelle vicinanze dell’impianto, ad un’avanzata fase nelle operazioni di messa in sicurezza, nella speranza che si arrivi quanto prima alla riconsegna dell’intera area. Vogliamo dare ai cittadini – ha concluso Rosa – un messaggio di tranquillità: continueremo a prestare la massima attenzione alle tematiche ambientali e alla salvaguardia della salute dei lucani”.