Al sud, la Basilicata è la prima regione nel rapporto tra cittadini e donatori
Domenica prossima, 19 aprile, ricorre la 23esima giornata nazionale della donazione di organi e tessuti. L’appuntamento di quest’anno, nella circostanza del coronavirus, ha un duplice obiettivo: raccontare la vita della Rete trapiantologica durante il Coronavirus e continuare a promuovere la cultura della donazione, aumentare i consensi ed essere pronti a riprendere la normale attività appena possibile. Anche se i volontari non potranno scendere fisicamente in piazza, la mobilitazione sarà tutta virtuale con messaggi a favore della donazione. Un appuntamento che prevede l’invito dei cittadini ad aderire alla campagna di comunicazione, pubblicando sui rispettivi profili e pagine social le foto con lo slogan e gli hashtag di campagna. Un appuntamento anche per fare il punto con dati alla mano. Il report del Ministero della salute indica che nel 2019 i trapianti sono aumentati: ne sono stati effettuati 3.813 (+2,4% rispetto al 2018). Il maggiore numero di trapianti ha riguardato: rene (2.137, +0,6%), fegato (1.302, +4,5%), polmone (153, +6,3%, trapianti in totale) cuore (245 +5,2%). Stabili i trapianti di pancreas (42 contro i 41 dell’anno scorso), mentre a tre anni di distanza dall’ultimo è stato effettuato un nuovo trapianto di intestino. In forte crescita l’attività di donazione e trapianto anche nel campo dei tessuti e delle cellule staminali emopoietiche.
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Le donazioni di tessuto registrate nel 2019 sono state 13.854 (+2,3%), con un aumento ancora più marcato per le cornee (+4,1%). In aumento anche le cellule staminali emopoietiche: crescono sia le donazioni (+23,5%) che i trapianti da donatore non consanguineo (+1,3%), che sono stati 859, il numero più alto mai realizzato in Italia. La Basilicata continua a distinguersi in questo settore della solidarietà. In Basilicata, nel solo 2019 sono stati ventisei i trapianti di organi effettuati nelle unità operative di rianimazione della Basilicata: due riceventi di cuore, uno di polmoni, undici di fegato e dodici di rene.Il dato formulato dal dipartimento regionale delle politiche della Persona evidenzia che il rapporto tra numero di donatori e cittadini residenti, cresce di quattro unità rispetto al 2018 e si distingue tra le regioni del centro sud. Nello specifico, il report di marzo 2020, con i dati del 2019, evidenzia la Basilicata la prima regione del sudcome aumenti di donatori di ben il 3,6 per cento (nel 2018 il 12,3 – 2019 15,9) la seconda regione è la Puglia con una crescita di appena il 2,8 a seguire la Campania. Soddisfazione per i risultati ottenuti sul territorio lucano, vengono dal Presidente regionale dell’Aido, Mario Aldo Blasi. “Certo se l’impegno – sottolinea Mario Blasi – fosse univoco con le istituzioni locali i risultati potrebbero migliorare ancora. Dobbiamo registrare poco attenzione soprattutto da parte dei comuni, pur in presenza di accordi tra Anci e Aido, sottoscritti da diverso tempo. Tutti siamo potenziali donatori e potenziali riceventi, questo lo slogan per sensibilizzare al massimo le nostre comunità per dare forza alla vita”.