Sostenere piccole e medie imprese, liberi professionisti e lavoratori autonomi che già facevano fatica a sopravvivere
“Il Sud, in particolare la Basilicata, devono ripartire e non per aspetti campanilistici, ma per giustificati motivi di carattere sanitario, visto siamo tra le regioni con il più basso tasso di contagiati”. A sottolinearlo qualche giorno fa il vicepresidente del Consiglio regionale di Basilicata, Vincenzo Baldassarre. Gli fa eco Piero Marrese, presidente della Provincia di Matera e sindaco di Montalbano Jonico, il quale pone degli interrogativi: Perché non cominciare a pensare di sostenere piccole e medie imprese, liberi professionisti, lavoratori autonomi che già facevano fatica a sopravvivere prima del coronavirus e che oggi vedono minata la possibilità di futuro. Interrogativi che si è posto anche l’assessore regionale Cupparo che sta lavorando in tal senso anche con provvedimenti regionali già in esecuzione. “Sono interrogativi che ci stiamo ponendo tutti a livello istituzionale – puntualizza subito Piero Marrese, presidente della provincia di Matera, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – a cominciare dalla Regione e dall’assessorato alle attività produttive, che ho già avuto modo di ringraziare per il lavoro finora svolto e le misure già adottate. I provvedimenti adottati sono sicuramente importanti e preziosi ai fini di un ristoro per le microimprese e i professionisti, ma purtroppo non pienamente sufficienti nell’ottica della gestione della fase 2 e quindi di una normale riapertura delle realtà economiche quando sarà terminata l’emergenza. Come Provincia e con gli altri sindaci abbiamo proposto, con la condivisione delle parti interessate, l’attivazione di un Piano Socio Economico contro la crisi, con misure specifiche e provvedimenti immediatamente operativi in favore di professionisti e microimprese”. Il presidente Bardi lavora per liberare alcune zone rosse dopo il 26 aprile.
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Queste zone rosse come Tricarico, Irsina, maggiormente danneggiate dall’emergenza e che avranno difficoltà sicuramente maggiori per la ripartenza, con interventi poderosi, ma in particolare cosa chiede di concreto? “Concretamente – precisa secco Piero Marrese – occorre dare liquidità alle imprese ed alle famiglie, anche a fondo perduto perché purtroppo siamo approdati ad una economia di guerra”. Molti lucani, in questo momento discutono di argomenti come aiuti sugli affitti commerciali e artigianali, insieme a quelli privati visto che è tutto bloccato dai commercianti e artigiani che non hanno entrate. Un pensiero anche a chi in una famiglia lavora solo uno o si arrangia per una giornata di lavoro. Molte di queste categorie il prossimo mese non potranno pagare più niente. Cosa in prospettiva si deve fare? “Sbloccare liquidità – sottolinea Pietro Marrese-nella base de tessuto produttivo significa anche tutelare i proprietari degli immobili locati e i fornitori di beni e servizi. Un po’ come nella metafora della pianta per nutrire anche le foglie che stanno più in alto occorre innaffiare dal basso”. C’è anche chi dice, infine: con i 600 euro dati ci possiamo prendere un caffè. Le difficoltà sono ben altre. Il problema non è aprire, con tutti questi vincoli sarà un ulteriore danno, ma le tasse. Se venissero bloccate dando invece degli incentivi seri la prospettiva sarebbe diversa. “Le 600 euro sono sicuramente – conclude Piero Marrese – insufficienti e vanno integrate. Inoltre vanno sburocratizzate le procedure perché in questa condizione è straordinaria ed il fattore tempo è decisivo”.