Si sarebbe potuto ridurre anche del 50% il costo del buono pasto a carico delle famiglie vista la chiusura precedente
Sebbene si prenda atto di una riduzione rispetto allo scorso anno della stima del costo unitario del servizio mensa (passato da € 11,11 di un anno fa a € 8,34 di quest’anno) e di una conseguente riduzione della quota a carico delle famiglie (si passa da una quota di 4,00 euro ad una quota variabile fra i 3,00 euro e i 3,50 euro in ragione dell’ISEE) il Comune di Roccanova si distingue ancora una volta per avere il costo unitario del servizio mensa fra i più elevati della Basilicata. Precisiamo, però, che la “riduzione importante delle tariffe” di cui hanno parlato gli amministratori è rapportata solo allo scorso anno in quanto negli anni passati il costo del pasto non ha mai superato i 2,60 euro con la preparazione dello stesso in loco, nella cucina dell’edificio scolastico che è stata rinnovata recentemente ma che non è stata mai utilizzata, in quanto l’amministrazione comunale ha optato per il “pasto a distanza”, cioè cucinato in altro paese per poi arrivare nelle scuole di Roccanova. E’ interessante sottolineare che la scuola è rimasta chiusa per svariati mesi e che sono state risparmiate decine di migliaia di euro, l’amministrazione avrebbe potuto, utilizzando il menzionato risparmio, ridurre anche del 50% il costo del buono pasto a carico delle famiglie.
{module bannerInArticleGoogle}
Abbiamo anche il dovere di precisare quanto riportato da codesta testata giornalistica riguardo i tempi di apertura del servizio mensa: Roccanova non è il primo Comune in Basilicata. La mensa a Lagonegro è stata avviata il 12.10, a Latronico il 20.10 mentre a Roccanova il 26.10. A tal proposito, nell’apprezzabile “fretta” di “aprire” ci chiediamo e lo chiederemo al Sindaco se sia stato acquisito il parere sanitario dell’ASP tenuto conto dell’emergenza Covid-19 e del fatto che la consumazione dei pasti pare stia avvenendo sui banchi nelle aule didattiche e non nel locale mensa. Ci chiediamo ancora, perché non si è pensato alla consumazione dei pasti, con fasce orarie differenziate, nei locali adibiti a refettorio che come si legge nella delibera di approvazione del Piano di diritto allo studio “sono stati ristrutturati e disponibili per il loro uso”. Considerando, cosa più importante, che gli stessi avrebbero sicuramente garantito il rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di Covid-19. La proposta di Libera Comunità rimane sempre quella di ridurre ulteriormente le tariffe ed i costi unitari del servizio mensa e di sostenere in modo concreto le famiglie in un momento così difficile.
I consiglieri
Maria Luisa Emanuele, Debora Lizza, Francesco Risolino