Sono queste le previsioni del nuovo Dpcm che prevede la chiusura delle scuole fino all’11 gennaio
Il premier Giuseppe Conte convocati i capi delegazione dei partiti di maggioranza, ha predisposto un vertice per stabilire la nuova stretta in vista della scadenza dell’ultimo Dpcm. Dal 7 al 15 gennaio continuerà ad essere necessario guardare il calendario per capire in quale zona ci si troverà e quali saranno le regole da rispettare per contenere i contagi da Coronavirus ed evitare pesanti sanzioni. Nell’incertezza sull’esito del rapporto dell’Iss atteso tra giovedì e venerdì, i punti fermi restano quelli stabiliti dall’ultimo decreto. L’ipotesi ad ora è che dal 7 gennaio entrerà in vigore un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che chiarirà la scansione delle giornate con le relative fasce, prima di tornare all’assegnazione per zone in base all’indice Rt e con i criteri corretti, d’accordo con gli esperti del Cts. Il calendario prevede quindi 5 e 6 gennaio in zona rossa, con il divieto di uscire se non per motivi di lavoro, salute e necessità. Resta il limite di due ospiti in casa e il coprifuoco in vigore dalle 22 alle 5, oltre che il divieto di spostamento tra Comuni.
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Il 7 e 8 gennaio si tornerà in zona gialla, con la riapertura di negozi, bar e ristoranti. L’ipotesi per il weekend del 9 e 10 gennaio è di tornare in zona arancione, ma non è esclusa quella rossa, su idea dello stesso Speranza che questa notte ha avvertito i governatori sulla minaccia della terza ondata, data da tutti ormai per certa.Dall’11 al 15 gennaio le regioni torneranno a colorarsi in base alle indicazioni della Cabina di regia, che chiarirà le fasce di rischio venerdì 8 gennaio. Già da quel momento potrebbero intervenire i nuovi criteri di classificazione delle zone, che prevedono innanzitutto l’abbassamento della soglia di ingresso nelle fasce più a rischio: con indice Rt a 1 si entrerà in zona arancione, mentre con indice Rt a 1,25 (e non più a 1,50) si entrerà in zona rossa. L’ipotesi è che quindi le zone gialle riguarderanno livelli di rischio sotto l’indice Rt a 1.
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Dopo il 15 gennaio si vocifera che potrebbe arrivare la novità della fascia bianca se i dati epidemiologici lo consentiranno. In questa nuova classificazione potrebbero rientrare le regioni che avranno facoltà di riaprire tutte quelle attività che finora non hanno mai potuto vedere la luce, dai cinema, musei e teatri, passando per le palestre e i centri sportivi. Questa quarta fascia scatterebbe per le regioni con indice Rt molto basso, seppur resteranno ugualmente valide anche per loro le regole generali per il contenimento dei contagi, dal distanziamento sociale alla mascherina obbligatoria ovunque. In merito alla scuola, il rientro in presenza per le superiori è fissato a lunedì 11 gennaio, quando le regioni torneranno a essere colorate sulla base delle fasce di rischio. La decisione arriva nella notte, alla fine di un infuocato Consiglio dei ministri che ha varato disposizioni per la prevenzione del contagio da Coronavirus fino al 15 gennaio.
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È una data di mediazione quella individuata, dopo tre ore di scontro tra il Pd che puntava a riaprire le scuole non prima del 15 gennaio, se non addirittura il 18.Contrario alla decisione presa il M5s, a partire dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, sostenuta dalle colleghe renziane Elena Bonetti e Teresa Bellanova, appoggiate dal premier Giuseppe Conte che da giorni insisteva sul ritorno in classe per il 7 gennaio. Per questo giovedì è comunque confermato il rientro a scuola in presenza per gli alunni delle scuole elementari e medie. Sullo sfondo la pressione delle Regioni, che già in quattro – Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Marche e Campania – ieri 4 gennaio avevano deciso di rinviare la riapertura delle scuole tra il 25 gennaio e il primo febbraio. Dovranno invece adeguarsi Valle d’Aosta, Lombardia, Bolzano e Trento, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia, che avevano fissato il rientro tra il 7 e l’8 gennaio. In alternativa, i governatori rischiano di riaprire per i primi due giorni, per poi poter chiudere nel caso in cui il prossimo report della Cabina di regia dovesse collocare le regioni in zona arancione o rossa.