Era il 17 marzo del 2010 quando avvenne il ritrovamento nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità
Il 17 marzo del 2010, undici anni fa, fu rinvenuto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, Elisa Claps. Un fatto gravissimo di cronaca nera lucana, l’omicidio della studentessa potentina uccisa a sedici anni. Scomparve nella città natale il 12 settembre 1993; allora studentessa al terzo anno del liceo classico di Potenza se ne persero le tracce per oltre sedici anni fino a quando il cadavere fu rinvenuto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Le indagini successive appurarono che la morte della giovane avvenne lo stesso giorno della sua scomparsa per opera dell’amico Danilo Restivo, che, nel periodo in cui la sorte di Elisa Claps era ancora sconosciuta, fu giudicato colpevole anche dell’uccisione, compiuta nel 2002 in territorio britannico, di una vicina di casa, Heather Barnett. Un ragazzo che come si accerto nell’ambito processuale, aveva l’abitudine di importunare le ragazze delle quali si invaghisce e alle quali spesso fa telefonate mute seguite dalla colonna sonora del film Profondo rosso o dalla nota melodia Per Elisa di Ludwig van Beethoven. Una storia lunghissima piena di depistaggi e confusione nelle notizie che avrebbero permesso di ritrovare il cadavere nel 2001 se solo si fosse dato ascolto all’informativa depositata dalla sovraintendente di Polizia Anna Esposita (morta suicida?) che indicava come un camionista dichiarava di controllare nella chiesa della Trinità.
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Un semplice controllo ci fu, ma nei sotterranei e non nel sottoscala della cappella come pare l’informatore aveva precisato. Così si arrivo al ritrovamento del 2010 e finalmente al processo nel lontano l’8 novembre 2011. Presso il Tribunale di Salerno, ebbe inizio il processo di primo grado a Danilo Restivo, con rito abbreviato. Nel corso della prima udienza la pubblica accusa, facendo notare che i reati concorrenti più gravi a carico di Restivo che avrebbero potuto far scattare l’ergastolo, erano tutti prescritti, avanzarono la richiesta di 30 anni di reclusione, ossia il massimo possibile, unitamente all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e tre anni di libertà vigilata al termine dell’espiazione della pena. L’11 novembre 2011 Restivo viene condannato a 30 anni di carcere, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni a fine pena, oltre al versamento di € 700.000 alla famiglia Claps a titolo di risarcimento.
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Tanti libri scritti sul caso, una letteratura che non ha placato la curiosità di capire fino in fondo le motivazioni di questo atroce delitto che per alcuni continuano a non essere quelle indicate nelle varie sentenze. Resta un libro da leggere e rileggere sulla questione per capire meglio. “Il caso Elisa Claps, storia di un serial Killer e delle sue vittime”, Armando Editore, del giornalista investigativo Fabio Sanvitale e dello scrittore Armando Plamegiani. Un libro come un lungo viaggio dove i due autori riescono con molta semplicità a guidare il lettore attraverso colpi di scena, depistaggi ma soprattutto evidenze incredibilmente negate. Un lavoro ben fatto, come un giallo d’autore la soluzione sembra a portata di mano eppure rimane sempre sfuggente. Pagine scritte con un intento e una visione nuova: rielaborare ogni singolo episodio di una bruttissima storia che ha intimorito, emozionato e rammaricato gli animi e i cuori di ogni singolo lucano. Ricordare per non dimenticare.