Storia, tradizioni e un eccellente gastronomia caratterizza il piccolo borgo lucano
“Evvi tradizione, che dal suo fondatore chiamato Lucio, il quale fondò anche un castello con quattro torri, chiamossi dapprima Castello di Lucio, indi per abbreviamento Castelluccio”. Cosi conclude lo storico napoletano Lorenzo Giustiniani nel suo “Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli 1797 parlando sulla nascita del paese e sul nome. Castelluccio Inferiore (Castëllùccë in dialetto lucano) è un piccolo comune, una superficie territoriale di 2.881 ettari di cui l’1,1per cento rappresentato dalla superficie urbana a 495 metri sul livello del mare, in provincia di Potenza, collocato nella valle del Mercure ai margini inferiori della Regione Basilicata; il suo territorio in parte ricade nel Parco Nazionale del Pollino. Tante e diverse le opinioni sulle origini, ma i risultati degli scavi archeologici confermano una genesi molto antica. Nel Medioevo appartenne all’Ammiraglio Ruggero di Lauria, alla cui morte i suoi feudi furono divisi tra la famiglia Sanseverino. Un avvenimento straordinario avvenuto in Castelluccio Inferiore, nel 1482, è stato il passaggio di San Francesco di Paola, proveniente dalla vicina Rotonda e dirigendosi verso Napoli, che vi compì il miracolo del vino (Padre Isidoro Toscano, -biografia del santo calabrese edita a Napoli da Altomare, nel 1860).Fino al 1813 costituiva un unico comune con Castelluccio Superiore, paese gemello che si trova a 0,8 chilometri.
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Un luogo con un patrimonio culturale ricco e ampio: la chiesa parrocchiale di San Nicola di Mirail cui culto, proveniente dall’ Oriente, era molto diffuso nel territorio e negli altri paesi della Valle del Mercure. Non è nota l’epoca precisa della sua fondazione, ma si dice che risalga al Medio Evo, presumibilmente intorno alla metà del XIII secolo; Il Convento dei Padri minori osservanti, detto anche di S.Antonio, con annessa la chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’intero complesso conventuale fu fondato nel 1573, per volontà dell’eletto dell’ “univeritas” Annibale Arcieri e di tutto il popolo, sotto l’Ordine dei Padri Minori Osservanti. Il vescovo di Cassano Giovambattista Serbelloni concesse il proprio assenso, che fu ratificato da un’autorizzazione pontificia del 1579. Infine, il 5 gennaio 1581, con il breve Pius Christi Fidelium, assunse la denominazione di Santa Maria delle Grazie, e dopo qualche anno, contemporaneamente, quello della Natività della Vergine; la chiesa della SS Annunziata dove è presente una particolare scultura sull’altare maggiore : la Madonna con Bambino, di colore bruno, polimaterica, probabilmente del secolo XIV. Un’opera che attesta un’origine molto antica della chiesa. Il colore scuro è tipico della cultura e della tradizione bizantina, che vuole, come ultima dimora della Vergine, la città di Efeso, in Turchia. Poco distante dal centro abitato, nella località omonima, sorge la chiesa della Madonna della Neve, alla sommità di un pendio boscato dominante la valle del Mercure ed in una splendida posizione panoramica. Tra i tanti palazzi da visitare c’è quello Marchesale un vasto edificio nel centro storico e di fianco alla chiesa madre. I passaggi di proprietà e i cambi di destinazioni d’uso, subentrati ai mutamenti storici avvenuti nel tempo, ne fanno oggi un agglomerato di case, che lo rendono poco riconoscibile. La struttura originaria risaliva sicuramente al periodo dei Sanseverino, nel Quattrocento.
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Un luogo di valenti personaggi, in sintesi i più illustri: il Maestro Generale dell’Ordine Domenicano padre Vincenzo Ajello, (1779/1854); l’avvocato Giovanni Salerno(1797/1870); il letterato Carloronzo Celani (1753/1816), infine l’eccellente giurista Sante Roberti(1802/1870) Storia, grande religiosità (da ricordare la festa di San Giuseppe del 18 e 19 marzo con l’accensione dei “fucarazz”e con la sagra della trippa. La festa del patron a dicembre di S. Nicola di Mira)eccellente gastronomia. Da ricordare i salumi, per i quali Castelluccio Inferiore è stata sempre famosa per la loro bontà e genuinità, e i ” piciddet’ “, dolci pasquali ricchi di uova, che richiedono una lavorazione accurata e laboriosa. i dolci di Natale, a base di polpa di castagna, detti ” chinulidd’ “, il sanguinaccio (“timpen’ ” – timballo), primi piatti, come i maccheroni al ferretto – “raskatidd” e altri. Nella ventunesima revisione dell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, vengono menzionati, sia la salsiccia che il “picciddet’ “castelluccesi. Diceva Oscar Wilde: le cose vere della vita non si studiano né si imparano, ma si incontrano. Quando arrivi a Castelluccio Inferiore capisci che il mondo ha un’anima, comprendendola conoscerai il linguaggio delle cose.