Tampone alla partenza quarantena di 5 giorni al rientro per chi a Pasqua andrà in viaggio all’estero
Firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza l’ordinanza che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea, tampone in partenza, quarantena di 5 giorni al rientro e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni per chi viaggerà fuori dall’Italia a Pasqua. La quarantena è già prevista per tutti i Paesi extra Eu. La novità sarebbe dunque un periodo di isolamento dimezzato rispetto a quello previsto in caso di un contatto con un positivo anche per i viaggi in Francia, Spagna o Polonia. Federalberghi attraverso il suo presidente Bernabò Bocca commenta: «La toppa è peggio del buco. Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all’estero né tantomeno a tour operator e agenzie di viaggi italiani di cui abbiamo la massima considerazione. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all’estero deve valere anche in Italia. Federalberghi è convenzionata con più di duemila centri diagnostici per i tamponi in hotel. Se è permesso salire su un aereo col tampone, sia permesso anche in hotel».
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L’ordinanza sarà in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e fino al 6 aprile, ossia il giorno dopo Pasquetta. Chi rientra o arriva dovrà comunicare il “proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio”, e poi sottoporsi al periodo di quarantena a prescindere dall’esito del test effettuato prima della partenza, fatti salvi motivi di necessità e urgenza. Sui contenuti intanto la polemica si muove da più fronti. Il presidente Astoi Confindustria Pier Ezhaya: “Quarantena al rientro dall’Ue? Così abbiamo perso tutti, francamente non vediamo il nesso di questa misura sanitaria e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni paesi esteri per Pasqua. Perché quest’ordinanza non è stata fatta prima? Sembra voler dire: rendiamo più difficile andare all’estero. Anche noi tour operator siamo aziende italiane!”.
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Di contro negli ultimi giorni sono stati tanti a sollevare una palese contraddizione non in linea con le misure in vigore nel nostro Paese e gli attuali sacrifici degli italiani: la possibilità di viaggiare all’estero e l’impossibilità di muoversi di casa o dal proprio Comune nell’Italia arancione ma oggi soprattutto rossa. Insomma lo Stato, con questa ordinanza, tra le righe sembra dire: Non si possono incontrare i propri cari, magari a pochi chilometri di distanza, ma è possibile prendere un aereo e farne migliaia per svago. Un controsenso che penalizza anche tutti gli operatori turistici e gli albergatori italiani che da tanti mesi sono alle prese con forti perdite economiche. Qualcosa non torna è innegabile e in tanti attendono una spiegazione oltre che una data che indicherà da quando sarà effettivamente in vigore questa ordinanza.