Nelle strutture del territorio lucano mancano circa 500 posti letto per gli anziani non autosufficienti
In Basilicata i dati sulla situazione della popolazione anziana sono importanti, il territorio lucano infatti possiede l’indice di vecchiaia più alto tra le Regioni del sud, un dato importante, che non può che richiedere attenzioni particolari, una progettualità strutturata, un quadro normativo chiaro, oltre che di adeguate risorse, di tipo economico ma anche strutturale.
Oggi nelle strutture del territorio lucano mancano circa 500 posti letto per gli anziani non autosufficienti e il sistema normativo regionale resta ricco di lacune e determinanti errori come quella attuata di recente, con cui la Regione Basilicata ha deciso di tagliare anche l’unico contributo alle residenze socioassistenziali lucane per gli over 65, tagliando le quote giornaliere di €18 e €22 per tutti gli anziani non autosufficienti e allettati.
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Durante uno dei tanti interventi di “manutenzione” legislativa sui temi più disparati, con legge 41 del 22 dicembre 2020 è stato sufficiente aggiungere la parola “accreditati” ad una vecchia legge regionale per danneggiare, forse inconsapevolmente, numerose famiglie lucane. Fino allo scorso anno la quota assistenziale era riconosciuta fino al 20% , in alcuni casi al 35%, dei posti letto attivati in ciascuna struttura ma dal 2021 il contributo può essere richiesto solo dalle strutture “accreditate” ma in Basilicata una legge per l’accreditamento delle residenze socioassistenziali oggi ancora non esiste. Una distrazione che taglia un prezioso contributo alle tante famiglie lucane in difficoltà con genitori o comunque parenti anziani, spesso anche non autosufficienti, da mesi istituzionalmente abbandonate, oltre che danneggiate socialmente quanto economicamente.
Tutto tace anche sul fronte delle amministrazioni locali. Nessuno dei due capoluoghi lucani possiede infatti un regolamento in corso di validità che indichi a quali condizioni economiche e sociali possa essere possibile beneficiare del contributo, in teoria dovuto a tutti quegli anziani che non possano più vivere presso il proprio domicilio. Ad oggi continuano a godere di un contributo comunale solo una piccola percentuale di anziani, sia a Potenza che a Matera, i quali, ottenuto il sostegno economico negli anni passati ad oggi non devono che rinnovarlo.
Un’assurda disparità e sconcertante dimenticanza lascia senza chance una fetta sempre più ampia di famiglie disperate, che dopo mesi e mesi di attesa oggi faticano a sostenere le rette delle residenze per anziani.
Un reale investimento nella rete delle residenze sanitarie assistenziali è quanto più oggi necessario.
Per le RSA un manuale di accreditamento esiste: per ogni posto letto accreditato l’azienda sanitaria di competenza riconosce dai 92 ai 112 euro al giorno, ma quanti sono i posti letto oggi accreditati in Basilicata?
Secondo il piano sanitario regionale 2012-2015, ancora in vigore, si calcola un fabbisogno di 660 posti letto, di cui 440 in provincia di Potenza e 220 nella provincia di Matera. Mentre il piano sanitario regionale 2018-2020, mai entrato in vigore, si limita a riconoscere un aumento del fabbisogno del 14%, peccato però che secondo una rilevazione del 2019, fatta dal Ministero della Salute e pubblicata sul sito della Regione Basilicata, rivela che il numero di posti letto RSA in Basilicata è di 122 nel potentino, su una popolazione over 65 di quasi 84 mila anziani e di soli 28 posti letto nel materano, su una popolazione di circa 44 mila over 65. Mancano all’appello almeno 500 posti letto: ogni mille anziani potentini esiste 1,46 posti letto in RSA, mentre nel materano il tasso scende a 0,63 posti letto ogni mille over 65.
Secondo la Commissione Europea, parametro di riferimento per l’offerta di residenze sanitario-assistenziali dovrebbe essere 50/60 posti letto ogni 1000 abitanti over 60, ma l’Italia, al quartultimo posto, ha solo 19,2 posti letto ogni 1000 persone over 65.
Ingiustificabile per le famiglie lucane l’attuale immobilismo istituzionale, considerato che le soluzioni non mancano come anche la necessità di un cambio di rotta repentino, ancor più considerato che le strutture e i centri per anziani continuano a fiorire anche in Basilicata. La domanda che ci si pone è: per quanto tempo ancora le famiglie lucane saranno in grado di farsi carico da sole e senza supporto alcuno di oneri spesso anche gravosi? Per quanto tempo la Regione fingerà o potrà fingere di non essere a conoscenza di questo grave disagio?
Redazione