Fenomeno più temuto tra gli adolescenti, dopo droghe e violenza sessuale
Dal 2017, ogni anno in Italia il 7 febbraio si celebra la giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo. Ieri è stata la celebrazione di una giornata che negli ultimi anni è diventata di particolare importanza. Un’occasione per riflettere su un fenomeno più temuto tra gli adolescenti, dopo droghe e violenza sessuale. Per intenderci il cyber bullismo è la manifestazione in rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Quest’ultimo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le circostanze sono diverse per, poi arrivare alle violenze fisiche: messaggi offensivi, furti di identità, ricatti, ingiurie, diffamazioni. Tutto poi favorito dai dispositivi digitali e dal web, che rendono virali questi atti tesi a ridicolizzare la vittima. Un fenomeno con percentuali importanti certificato da associazioni, istituzioni ed esperti impegnati nel contrasto a questa piaga. I dati dell’osservatorio Indifesa 2021, realizzato da Terre des Hommes e OneDay, con l’aiuto di Scuola Zoo e delle sue community, con più di 1700 ragazzi e ragazze dai 14 ai 26 anni in tutta Italia coinvolti, evidenziano che il fenomeno tocca il 61 per cento dei ragazzi, e che la pandemia non ha certamente contribuito ad attenuare.
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Sette ragazzi su dieci non si sentono al sicuro quando sono sul web e per il 68 per cento la minaccia più temuta è il cyber bullismo, seguito dal Revenge porn, 60per cento, il furto di identità, 40,6 per cento e lo stalking, 35 per cento. I dati del Mogie (Movimento Italiano Genitori), indica che da quando è scoppiata l’emergenza pandemica, escludendo l’impegno per la Dad, il tempo trascorso da bambini e adolescenti davanti ai device tecnologici è aumentato del 67 per cento. L’87 per cento dei genitori ha riscontrato effetti negativi sui ragazzi e il 52 per cento ha segnalato la perdita del contatto fisico con gli altri. A questi dati vanno aggiunti quelli legati al forte disagio provato nel ricevere commenti non graditi di carattere sessuale on line. Una giornata per capire quali strumenti siano necessari per impedire che episodi di prevaricazione continuino ad accadere, permettendo ai ragazzi e ragazze di imparare a riconoscere le forme di bullismo/cyber bullismo e scoprire come difendersi. Un aspetto rilevante su cui si è soffermata l’attenzione della Presidente della Commissione Pari Opportunità della regione Basilicata Margherita Perretti: “È fondamentale un’azione congiunta da parte di Istituzioni, scuole e famiglie per promuovere attività di sensibilizzazione, a partire dalla formazione dei docenti. I ragazzi, oltre ad un uso consapevole dello smartphone e degli altri dispositivi, devono interiorizzare i valori della legalità, della dignità delle persone, del rispetto delle fragilità e diversità, valori alla base della convivenza civile”. Speriamo di raccontare nel 2022 un’altra storia con dati migliori e dove la famiglia diventi centro di ascolto e comunità risolutore di questa emergenza vera.