L’EPLI ha chiesto ha interessato i Ministeri competenti – Infrastrutture e Politiche Agricole
La sentenza passata in giudicato è di aprile scorso e i vincitori del giudizio si sono affrettati ad inoltrare una diffida all’ E.I.P.L.I, ente per lo Sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, per adempiere il provvedimento giudiziale emesso al Tribunale delle acque di Napoli che chiede la demolizione della diga del Camastra a causa di espropri condotti in maniera irregolari. La diga del Camastra iniziata nel 1962 e finita nel 1970 è alta ben 54 metri e ha una capacita oltre 32 milioni di metri cubi di acqua che viene utilizzata per soddisfare non solo l’intero potentino ma anche, soprattutto nel periodo estivo, la richiesta ad uso irriguo del consorzio di bonifica Bradano- Metaponto.
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I vincitori del contenzioso, a cui il Tribunale dell’acque di Napoli ha riconosciuto un risarcimento di cinque milioni di euro agli eredi e il ripristino dei terreni cosi come erano al momento dell’esproprio, nel breve periodo potranno anche chiedere la nomina di un commissario per la concreta esecuzione. Dal canto suo l’EPLI, in liquidazione dal 2011 ha chiesto lumi sul provvedimento, interessando i Ministeri competenti – Infrastrutture e Politiche Agricole e richiedendo la costituzione, nell’immediato, di un tavolo tecnico- giuridico per arrivare con rapidità a una soluzione della vicenda.
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Lo stesso ente, nella richiesta, sembra abbia fatto notare ai ministeri interessati di non avere le risorse né la proprietà dell’opera. Una demolizione che appare inattuabile, pare segnalata anche dai Ministeri interessati i quali hanno conto dei disguidi che hanno impedito l’impugnazione del provvedimento agli organi superiori. Al momento vi è anche la promessa della regione Basilicata di attivarsi per dare una mano a trovare una soluzione rapidamente. Ma la diffida ha un termine ben preciso e la richiesta di un commissario si fa più concreta da parte dei vincitori del giudizio i quali da subito non rinunceranno al corposo risarcimento. Difficile sarà adempiere alla restituzione dei suoli. La partita vera si gioca proprio su quest’ultimo punto.