In regione sono oltre ottomila micro e piccole le imprese colpite dalla crisi economica
Appena quattro mesi fa, Confartigianato di Basilicata, l’organizzazione italiana dell’artigianato e della micro e piccola impresa, sottolineava come il tasso di crescita delle imprese artigiane in Basilicata ( rapporto percentuale tra il saldo fra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio rilevate nel primo trimestre 2022 evidenziava un segno meno (-0,45%) con una differenza di tendenza a carattere provinciale ( Potenza in miglioramento, Matera in peggioramento) attualmente la stessa organizzazione rincara la dose evidenziando come la ricaduta dei rincari delle bollette per le piccole e medie imprese lucane sta mettendo in seria difficolta il comparto economico lucano.
{module title=”bannerInArticleGoogle”}
Ora ci si mette l’aumento del prezzo dell’energia che rischia di diventare insostenibile. La crisi energetica colpisce non solo le multinazionali e le grandi industrie ma anche e soprattutto il tessuto dell’artigianato. In Basilicata sono oltre ottomila (precisamente 8237) micro e piccole le imprese colpite dalla crisi economica che ha in pancia ben oltre ventidue mila (esattamente22116) addetti che secondo le statistiche di Confartigianato vale oltre il 22 per cento dell’occupazione territoriale un 23 per cento del sistema imprenditoriale. Un comparto a cui si sommano imprese delle ceramiche, della lavorazione del cemento e della carta.
{module title=”bannerInArticleGoogle”}
In maniera analoga per il settore della chimica, della filiera per la lavorazione del petrolio, tessile, legno e la stampa. Una crisi energetica che si estende all’intero processo che parte da quello di trasformazione arrivando a quello di confezionamento e alla distribuzione del prodotto finale. I dati di Confartigianato Basilicata appaiono chiari soprattutto nell’ambito della manifattura, dei servizi in genere (17 i comparti sotto pressione per l’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti), dove la stessa organizzazione segnala che i bonus e sostegni non sembrano bastare e che sono necessari investimenti nell’energia rinnovabili e una riforma della tassazione che attualmente pesa più della metà sulla bolletta.