Smantellati 2 gruppi per un totale di 16 arresti, sequestrati circa 3kg di droga
Sedici arresti, 13 in carcere e tre ai domiciliari, sono il frutto di un’operazione condotta all’alba del 24 ottobre a Taranto da oltre 60 carabinieri del Comando provinciale, con l’ausilio di militari dello squadrone carabinieri eliportato Cacciatori “Puglia” e del nucleo cinofili di Modugno, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. I sedici arrestati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di aver costituito una associazione per delinquere, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con base nella Città Vecchia di Taranto. In stato di libertà sono state denunciate altre 14 persone.
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Gli indagati, secondo le conclusioni dell’indagine condotta con metodi classici – osservazione, pedinamento e attività tecniche – avrebbero costituito due gruppi, uno ritenuto egemone nello spaccio di cocaina ed eroina nei vicoli della città vecchia, l’altro molto attivo nella zona del quartiere Paolo VI. In città vecchia un’abitazione sfitta occupata abusivamente era stata trasformata in un fortino: porte blindate, grate anti-intrusione e telecamere nel tentativo di garantire una sorta di “sicurezza” a chi era all’interno. Sul terrazzo, inoltre, era stato nascosto anche un fucile d’assalto “AK-47”, completo di baionetta e munizionamento. Il gruppo si serviva anche di vedette in pattugliamento costante nelle vie di accesso e pronte ad avvisare i “complici” impegnati verosimilmente nell’abitazione nella preparazione delle dosi per la vendita al dettaglio.
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La fase dello smercio avveniva con un metodo antico quanto classico, con un “panaro” che veniva calato da una piccola finestra fino giù in strada dove aspettavano gli acquirenti. Questi, provenienti soprattutto dai paesi limitrofi, erano spesso costretti anche ad attendere in fila il proprio turno prima di ricevere la dose richiesta. Lasciavano i soldi nel panaro e ne aspettavano al ridiscesa con la dose. Il meccanismo prevedeva che uno degli indagati, appostato in strada, comunicava a qualcuno affacciato alla finestra la quantità di volta in volta richiesta dai “clienti”, calcolata in base alla somma di denaro consegnata ed inserita all’interno del cesto. Ad uno degli acquirenti, intenzionato ad acquistare dell’hascisc, era stato chiarito che lì venivano vendute solo “Bianca” o “Nera”, parole in codice per indicare la cocaina e l’eroina. Il secondo gruppo, all’opera al Paolo Sesto, avrebbe scelto come base un circolo ricreativo abusivo, ricavato in un sottoscala, all’interno del quale vi erano degli apparecchi per il gioco d’azzardo non funzionanti, utilizzati però per simulare un locale ad uso ludico. Gli indagati avevano praticato un foro nel muro, collegando il locale ad un altro esercizio attiguo, punto di scambio soldi-droga. Anche questo locale aveva una porta in ferro corazzata, per rendere difficile l’accesso alle forze dell’ordine. L’operazione ha portato al sequestro di 20 mila euro in contanti e quasi 3 chilogrammi di sostanza stupefacente di vario tipo. Sono stati documentati continui viaggi in località del barese, della Basilicata e della Calabria, effettuati da “corrieri”, che si rifornivano di droga, da vendere poi a Taranto.