Il milanese Franco Forte farà parte della giuria della VII edizione del Premio letterario il Borgo italiano che si terra nel borgo di La Martella antica frazione di Matera. Giornalista, traduttore, sceneggiatore, editor delle collane storiche Mondadori (Gialli Mondadori, Urania e Segretissimo), ha pubblicato per Mondadori L’uranio di Mussolini (con Vincenzo Vizzini), La bambina e il nazista (con Scilla Bonfiglioli), Cesare il conquistatore, Cesare l’immortale, Caligola – Impero e Follia, Il segno dell’untore, Roma in fiamme, I bastioni del coraggio, Carthago, La Compagnia della Morte, l’ultimo romanzo è Karolus. Il romanzo di Carlo Magno. Insieme ad altri autori ha scritto i romanzi della serie dei 7 re di Roma (Oscar Historica Mondadori). Con Elisa Bertini ha pubblicato il giallo per ragazzi La banda degli invisibili e la recita maledetta (Mondadori Ragazzi). Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ha collaborato alle serie “RIS – Delitti imperfetti” è Distretto di polizia”. Direttore della rivista Writers Magazine Italia, ha pubblicato con Delos Digital un manuale di scrittura creativa per esordienti, Il prontuario dello scrittore (otto edizioni). Una eccellenza nazionale nel campo della scrittura. Franco Forte voce garbata, precisa, limpida con una disponibilità massima. Il primo squillo di telefono e poi la sua voce è lì a parlarti. Quale di tutte le attività che svolge è l’abito che più si adatta al suo dinamico agire?
Ho sempre avuto la passione per la scrittura e per i libri, fin da ragazzino; passione che con il tempo si è trasformata quasi in un’ossessione. Nel corso del tempo ho portato avanti diversi mestieri in parallelo, tutti però legati alla parola scritta (giornalista, scrittore, sceneggiatore, traduttore), decidendo ogni tanto cambi epocali nella mia carriera. Come giornalista, per esempio, sono arrivato a essere direttore di un mensile (Fiction TV) e vicedirettore di un altro (PC World Italia), ma poi ho abbandonato quel settore per dedicarmi ai libri, diventando editor delle collane Mondadori.
Si è detto che quando mette l’inchiostro sulle pagine la sua predilezione è per il romanzo storico. Questo è stato l’arrivo oppure continua a essere un punto di partenza. Per arrivare dove?
Ho scritto un po’ di tutto, non solo romanzi storici. Per esempio thriller storici, con le avventure del notaio criminale Niccolò Taverna nella Milano del 1500 (quella divenuta celebre per l’epidemia di peste detta del Borromeo, perché avvenuta quando era vescovo di Milano Carlo Borromeo), o gialli come “La stretta del Pitone”, “China Killer” è L’uranio di Mussolini”; ma anche romanzi di fantascienza, come “Gli eretici di Zlatos” (il mio libro d’esordio, con l’Editrice Nord) o “Ombre nel silenzio”, scritto a quattro mani con Luigi Pachì. Certamente, però, il romanzo storico è un ambito che mi appassiona e lo considero tra i miei preferiti, soprattutto quando posso raccontare le gesta e le imprese (ma anche gli stati d’animo e le emozioni più intime) dei grandi personaggi che hanno fatto la Storia, come il Carlo Magno che è protagonista del mio ultimo libro, “Karolus.
L’ultimo suo impegno letterario è Karolus. Il romanzo di Carlo Magno, edito da Mondadori. Molti suoi lettori sostengono che quando si tratta di Re sa dove mettere le mani. Ma sono i Re che attraggono la sua penna o il condottiero che si nasconde sotto la veste reale?
Essere condottieri, molto spesso, è più facile che essere Re. Questa è una lezione che ho appreso nei miei lunghi studi della Storia, e delle imprese dei grandi uomini del passato. Condurre una guerra, studiare le strategie di una battaglia, immaginare l’allargamento dei confini del proprio regno sono prerogativa dei condottieri; mantenere unita la corte reale, redimere intrighi, tradimenti e giochi di potere, sapersi destreggiare fra nobili, cortigiani e vassalli, invece, è uno sport molto difficile, a cui devono applicarsi re e imperatori. Proprio come succede nel mio romanzo, “Karolus”, che riassume in sé, sotto questo punto di vista, tutti i movimenti di potere che potrebbero svolgersi alla corte di un qualsiasi re o imperatore della storia. E lui, non dimentichiamolo, è stato prima re dei Franchi e poi imperatore d’occidente.
Il romanzo è una storia d’amore, il racconto è la passione di una notte. I suoi scritti come possono essere definiti. Rifugi dalla cattiveria del mondo, finestre di luce aperte lì dove la vita ci rinchiude nel buio… oppure?
I miei romanzi sono tutto questo e molto altro. Quello che cerco di fare è portare il lettore nell’epoca che ricostruisco nel dettaglio, ma non per subissarlo con date, nomi, elenchi di eventi ed episodi storici, bensì facendogli vivere quel mondo in prima persona, immedesimato nei grandi protagonisti della Storia, come Carlo Magno. Per 732 pagine, il lettore che si immerge nella lettura di “Karolus” avrà la possibilità di rivivere le gesta, le imprese, ma anche le emozioni, gli amori, le gioie, i dolori di uno dei più grandi regnanti di sempre, e credere per qualche tempo di essere lui, avvertendo sulla testa la corona d’oro dell’imperatore.
Il pensiero di molti è che quando dei libri ti lasciano senza fiato, dopo averli letti, vorresti che l’autore fosse tuo amico, poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Con Franco Forte le probabilità che questo succeda sono molte alte. Non appare uno scrittore impegnato ma uno scrittore solenne perché ha la capacita di portare il lettore per mano in una grande avventura di un’altra epoca. Provare per credere.