Domenico Pappaterra pensa al ricorso al Tar. Per il provvedimento di decadenza da Presidente del Parco Nazionale del Pollino nel mirino c’è l’interpretazione della norma che ha spinto il ministero dell’Ambiente a notificare tale provvedimento. Il provvedimento di decadenza pare sia stato fondato dalla direzione ministeriale, su una interpretazione delle norme in materia di proroga della carica degli organi in scadenza approvate dal Parlamento per garantire la programmazione degli interventi del Pnrr nelle Aree Protette previsto all’articolo 64 ter del Decreto Legge numero 77/2021. Una decisione, quella del governo inaspettata, alla luce delle informali interlocuzioni avute dall’Ente con la stessa Direzione in ordine all’applicazione delle predette norme che sembravano approdare a soluzioni decisamente opposte a quella adottata in data odierna. Adesso la via da percorrere per Domenico Pappaterra pare quella di rivolgersi all’organo giurisdizionale amministrativo. Ma con quali motivazioni e richieste? Abbiamo sollecitato Pappaterra ad una interlocuzione con la nostra redazione, al momento senza risultato. Dalla segreteria personale è giunto un semplice messaggio: “In questa fase non ha nulla da dichiarare, ma ringrazia molto. Sicuramente vi contatterà appena possibile”. Restiamo in attesa per avere un quadro più chiaro della situazione e delle future azioni che l’ex Presidente metterà in campo. Intanto va annotata la richiesta del sindaco di Rotonda Rocco Bruno: “Dopo oltre quindici anni di presidenza calabrese, passi alla Basilicata la guida del Parco Nazionale del Pollino. Ringraziamo il presidente Pappaterra per il lavoro portato avanti in questi anni, ma credo sia doveroso dare attuazione a quella alternanza che di fatto non si è mai attuata alla presidenza del Parco. Insieme agli altri sindaci lucani dell’area Parco abbiamo chiesto un incontro all’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, per discutere della vicenda”.
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