Quelli che l’hanno vista all’opera hanno sentenziato: balla tra i piatti. Una eccellenza lucana immagina e crea piatti appetitosi per ospiti, visitatori e viandanti del territorio della valle del Sinni. Giuseppina Zito, lucana di Francavilla in Sinni, lavora sulla gastronomia della rivisitazione: piatti di una storia vera, pensieri che lasciano sul palato tempi e ricordi passati. Nei suoi piatti c’è tutto il profumo della forte radice identitaria del territorio della valle del Sinni. Curriculum con importanti esperienze internazionali, in particolar modo in Germania: Trattoria Grappa Brenner “Graefeling” di Monaco di Baviera, “Un po’ di tutto” sempre nel territorio tedesco. Poi il ritorno in Italia a Latronico all’Hotel Terme con diverse altre esperienze: gestore delle cucine e sala, assistente Chef con la bravura di preparare piatti caldi, contorni e dessert di grande qualità. In un momento di pausa tra un piatto e un altro cogliamo l’attimo per ascoltare la sua voce, quel respiro buono fatto di passione per la cucina del tempo andato, qualità, eccellenza, profumi veri. Tra un tiramisù all’arancia e Cheeseake ai frutti di bosco la domanda è di rito.
Com’è nata questa, potremo dire, ormai vocazione alla cucina alla gastronomia?
Mi ero trasferita in Germania dove il mio ex marito gestiva un ristorante e passando giornate intere in questo luogo mi sono praticamente innamorata di quello che oggi è il mio lavoro, semplicemente osservando e poi l’ho fatto mio.
Da assistente alla gestione della cucina e sala ora chef. Tanta strada, quante le speranze ancora nascoste?
Cercavo di dare una mano dove potevo, mai avrei immaginata di gestirla in prima persona. Era tutto uno scoprire di odori gusti da mettere insieme. Dal mio rientro in Basilicata devo dire che la mia prima esperienza è la più soddisfacente perché riesco a mettere insieme tradizione e se vogliamo un po‘ di novità, a piccoli passi però”.
Si dice di una chef con la mania del piatto del ricordo, quello storico e della rivisitazione. Cosa vuoi raccontare con questi tipi di piatti?
Racconto me. C’è tanto amore e tantissima passione in quello che faccio. Chi mi osserva dice che quando faccio dolci mi assento perché mi prende completamente. Sono un autodidatta; ho imparato rubando questo lavoro. Uno chef del mio ristorante tanti anni fa mi disse: signora questo lavoro lo deve rubare perché la verità non la dirà mai nessuno. così ho fatto ho rubato e provato tanti piatti.
La cucina è l’anima vera della vita che racconta un tempo mai passato. La cucina fa un po’ pensare alla bella musica, e se il cibo è il linguaggio più universalmente umano, ogni cucina è lo specchio di una società e di un territorio. In cucina ci sono speranze nascoste e emozioni vive. Questo racconta un piatto fatto da Giuseppina Zito che riesce a rendere vivo quel principio che dice: cucinare è rendere vero un luogo di scambio e di contaminazione oltre che (più che) dell’origine”.