Quest’anno sono trentasei. Nella smorfia napoletana il trentasei è rappresentato dalle nacchere, colui che le sogna è una persona pronta a fare nuove conoscenze e a stringere amicizie vere e sentite. Il talento del sognatore nel riuscire a comunicare con gli altri. Proprio quello che in tutti questi anni il trio lucano “La Ricotta”, è riuscito a realizzare : comunicare con gli altri facendoli divertire utilizzando molto bene la leva del paradosso e del nostro modo di essere “lucani”. I potentini Peppino Centola e Mario Ierace, compagni di scuola, a cui si è aggiunto Antonio Centolasono riusciti a raccogliere nel tempo consensi su tutti i palcoscenici italiani proponendosi all’interno del panorama del cabaret come sicura ormai certezza per il futuro. Si ride con il giusto ritmo dove si ha bisogno di molto fiato per respirare perché i tempi comici sono troppo stretti. Durante una pausa di lavoro cogliamo l’occasione per una breve chiacchierata con Mario Ierace, fotografo nella sua precedente vita, quello che molte volte gestisce i ritmi e movimenti della breve scenetta comica. Una circostanza di vita tutta lucana ne fa una rivisitazione umoristica.
Trentasei anni di vita, nel 2023, di un gruppo lucano che nel suo percorso ha ottenuto grandi successi, vissuto tutto sui grandi paradossi di noi lucani Cosa si prova, quale il sentimento è prevalente?
Nessuno di noi tre avrebbe mai potuto immaginare che avremmo fatto tantissime cose in questi 35 anni. Era solo una passione iniziale, avevamo tre strade diverse. Non è andata così, per noi è stata una gioia ed un onore portare la nostra lucanità in tutta Italia ed anche in qualche tappa estera. Siamo felici.
Nella nostra contemporaneità è sempre difficile che un gruppo possa durare tanto, sempre con grandi emozioni. Come è nato questo gruppo, come si vive all’interno. Quali sono gli ingredienti di queste nozze di perla qual è il vero collante di questi tre lucani in cerca d’autore?
È vero pochi gruppi, anche più famosi , son durati così tanto. Il collante probabilmente è stato separare le nostre vite private da quelle professionali. Forse in 35 anni siamo andati a cena insieme (a parte quando si lavorava) non più di 4/5 volte. Il separare le nostre vite private è stato un bene. Un altro punto a favore è stato volersi bene, non crogiolarsi sugli allori. A 61 anni suonati possiamo dire che non ci siamo mai montati la testa, i piedi ben saldi a terra anche quando abbiamo cavalcato l’onda del successo TV.
Da quel flop iniziale di Monticchio ai grandi palcoscenici nazionali compresi reti televisivi e Radio; nel 1997 un apparizione al festival del Cabaret di Martina Franca arrivando secondi, poi la consacrazione tra il 2000 e il 2002. Oggi vi sentite di dire “ abbiamo salvato la faccia”?
Non direi, forse l’abbiamo solo messa questa faccia; queste facce che hanno fatto sorridere migliaia di persone ovunque si siano presentate
Tra “il pesce puzza dalla testa” e “E’ un paesone ma è vivibbbile” premio “ palcoscenico esposto al Sud” nel 1994 , in quali vi rivedete,dov’è l’anima vera di questo gruppo?
Noi ci rivediamo in ogni spettacolo che abbiamo fatto. Sia in teatro che nelle feste patronali, perché ci rivediamo nel nostro pubblico,dove portiamo in scena sempre pezzi di vita, il quotidiano di noi italiani e poi di noi lucani. Le nostre anime son rimaste sempre qui nella nostra terra, forse sbagliando, non lo sappiamo. Sacrifici ne abbiamo fatti a centinaia, ogni viaggio ci è costato tantissimo, ma ci ha portato anche tantissime soddisfazioni
Idee e progetti futuri. A breve scadenza e per la stagione estiva la Lucania sempre al primo posto con quali iniziative ?
Idee tantissime, progetti anche. Iniziamo con la stagione estiva che si è da poco aperta cercando di portare di nuovo il sorriso lì dove forse non c’è più. Quasi 3 anni di pandemia ci ha spenti, per noi artisti tutti è stata durissima. Aiuto zero. Abbiamo notato tornando nelle piazze che le persone vogliono ridere, divertirsi anche per dimenticare il brutto , tornare ad una vita normale. Fine anno torneremo a teatro con una commedia a noi molto cara, ”rumori fuori scena”, ed a seguire un nuovo spettacolo di cabaret del trio, sempre a teatro. In questo mese ci attende una trasmissione tv che registreremo in un teatro di Palermo per diverse puntate che andranno in onda su Antenna Sicilia, e poi altri lavori in cantiere un po’ ovunque. Si dice da più parti che la comicità implica l’esperienza indispensabile della serietà, il trio lucano “La Ricotta” con molto impegno e serietà ha ben saputo, in tutti questi anni, creare una grande diga per fronteggiare angoscia, tristezza e malinconia della vita semplicemente usando l’arma infallibile del sorriso.