È il film della maturità per un attore, un grande regista. “Scordato” è veramente una nota lieta in un quadro di piena armonia. Il lauriota Rocco Papaleo, come tutti i lucani vogliono sempre tornare alla loro terra, la portano nel cuore e nell’animo fin da quando partono per destinazione previste dal ticket di nascita. Papaleo lo fa con le sue armi migliori: una interpretazione di grande livello accanto, per la prima volta, alla cantante romana Giorgia che imprime vivacità alla commedia con colori e sapori nuovi. E’ il ritorno al passato attraverso il suo Io, quella persona che rappresenta pienamente, quello che voleva essere ma non è stato. È la lotta tra la rassegnazione e il risvegliarsi per non morire e continuare a lottare. Quell’Io che lo risveglia dalla probabile morte a causa del gas nella stanza e lo sollecita ad una vita nuova e diversa utilizzando le sue doti migliori di accordatore di suoni e note. Un racconto tra le sue strade quelle di Lauria dove ritorna per ritrovare una fotografia, dove ritrova sé stesso, un mondo che aveva, o voluto, dimenticare a causa di circostanze poco gradevoli al proprio cuore e animo. Quel non voler raccontare della tragica separazione con la sorella a cui era legato e che azioni politiche criminali le aprono le porte del carcere. Una situazione rimossa dalla sua mente ma saggiamente ritrovata attraverso il dialogo con Olga (Giorgia) che si coalizza con l’alter ego dell’attore lucano. E’ proprio Olga che riesce a riportare in vita il ricordo tra Orlando e la sorella. La parte finale è tutta qui: quel ricontrarsi tra le mura di un carcere dove la sorella gli tende la mano della pace, ma lui non riesce a riannodare i fili con il proprio passato e soprattutto con il proprio sangue. Come dice, nel film, il proprio Io: “Ha un cuore pieno di rancore con una sola piccola parte dedicata alle canne”. Un copione che racconta in fin dei conti di un lucano che non riesce, o forse, non sa, riaccordarsi con il mondo che lo circonda perché alla fine le fratture sociali e famigliari vissute in passate sono tante, poco è la forza di rialzarsi. Quell’attimo di un nuovo sentimento nato nei confronti di Olga e la scoperta di avere già un amore, lo fa scivolare definitivamente nel tempo presente chiudendo a un futuro diverso. Il racconto è composto tra momenti di ilarità, ricordi di gioventù evocati da continui flashback e scanzonati siparietti, il presente, tempo della disillusione. Cento quattro minuti di grande riflessione dove le sale di Taranto, piene, hanno dato un riscontro di grande affetto e positività.
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