Lavorare a contatto con le persone richiede molta pazienza e professionalità, soprattutto quando si opera nel settore della salute e si dipende da una convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Ciò comporta infatti dover affrontare le esigenze e le aspettative di una clientela molto varia e spesso esigente, che richiede tempi di attesa rapidissimi. In più, ogni piccola modifica nelle modalità di erogazione delle prestazioni può scatenare proteste da parte degli utenti che si sentono penalizzati dal fatto di pagare alcune prestazioni che prima erano gratuite.
Il personale sanitario del Centro Diagnostico Heraclea di Policoro ha dovuto fare i conti con le sfide di un lavoro delicato e complesso. Tra richieste di assistenza e lamentele, cerca di offrire il meglio ai suoi pazienti, nonostante i cambiamenti nelle condizioni delle prestazioni.
Le strutture private convenzionate devono rispettare il tetto massimo assegnato dalla Regione e dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di competenza, altrimenti non hanno diritto al rimborso delle prestazioni erogate oltre il limite. Nella regione Basilicata la maggior parte dei pazienti non paga il ticket, perché sono pensionati, invalidi o altre categorie esenti. Solo una minoranza contribuisce alla spesa sanitaria. Questo fa sì che il budget si esaurisca in fretta. Recentemente, la crisi sanitaria ha messo in difficoltà tutte le strutture, anche le più consolidate, a causa della cattiva gestione delle risorse economiche del passato.
Circa due anni fa, l’Azienda Sanitaria ha cominciato a pagare solo un dodicesimo del budget di ogni struttura. Ha anche deciso che a fine anno non avrebbe saldato i debiti, ma avrebbe diviso i fondi rimasti tra tutti i centri convenzionati. Tutto ciò ha comportato una forte diminuzione dei fondi disponibili e l’impossibilità di garantire le stesse prestazioni ai pazienti che ne avevano bisogno.
Così, il Centro Diagnostico Heraclea che opera da 26 anni con pazienza, perseveranza e gentilezza, ha cambiato la convenzione con l’Azienda Sanitaria per poter continuare a fornire gli esami salvavita ai pazienti che necessitano di cure immediate, sia della regione Basilicata che di altre regioni. Ha escluso dalla convenzione alcuni esami non essenziali o urgenti, come la MOC (misurazione della densità ossea), che sono tornati a pagamento, ma a prezzi convenienti, assicurando sempre tempi di attesa brevi, di circa una settimana, che si riducono ulteriormente in caso di emergenza, come nel caso di una frattura.
ll Centro deve gestire con attenzione il budget assegnato dall’Azienda Sanitaria, che si esaurisce rapidamente a causa della grande richiesta di prestazioni gratuite da parte dei pazienti esenti. Chi riesce a prenotare per tempo rientra nel budget e non paga il ticket, chi arriva dopo deve pagare di tasca propria o altrimenti il centro non riceve il rimborso e va in perdita. Il centro ha optato per questa soluzione per dare la priorità agli esami più importanti e urgenti, come quelli per l’oncologia, che possono salvare la vita dei pazienti. Gli operatori lavorano con dedizione e professionalità, consapevoli di svolgere un ruolo fondamentale per la salute delle persone. Con il loro lavoro sostengono le proprie famiglie e contribuiscono al benessere della comunità, offrendo un servizio di qualità fatto di familiarità e vicinanza ai pazienti, che spesso li scelgono per la fiducia e la cortesia.
Filomena Dattoli