Nei giorni in cui i dati SVIMEZ segnano la crisi profonda del Sud scoppiano le polemiche da spiaggia
In questi giorni di estate e caldo torrido le foto più gettonate sul web non sono quelle di belle ragazze che si dissetano con bevande ghiacciate o di ragazzi dal corpo scolpito che giocano a beach volley sulla spiaggia. Sono due foto che solo a vederle farebbero passare la voglia di andare a mare. Quella di Salvini a torso nudo che si diverte a fare il Dj al Papeete beach, con tanto di cocktail e giro di pista per le foto, e quella di un ingessatissimo Aldo Moro che passeggia sulla spiaggia con tanto di cravatta e vestito, mentre tiene per mano la figlia che (ops!) è anch’essa vestita. Siamo nel 1961, mica ieri! Siamo in un periodo in cui a mare si va con costumi da bagno che sono paragonabili agli shorts che oggi le ragazze indossano per uscire la sera, e in cui certe libertà sono concesse solo alle soubrette del cinema e dello spettacolo.
Ma tant’è, la contestualizzazione storica val bene una polemica per dimostrare come il torso nudo di un ministro possa raffigurare bene l’imbarbarimento della politica e l’abbassarsi del livello dei nostri governanti.{module bannerInArticleGoogle} Certo, quando qualcuno con un po’ di senno fa notare che la vituperatissima prima repubblica annoverava politici di livello ineguagliabile per i tempi nostri viene subissato da un mare di critiche e di improperi per l’odiata storia della DC, ma se un uomo della DC serve ad attaccare l’avversario di turno non si va per il sottile e si elevano a simbolo di buona politica persino le sue abitudini vacanziere, e poco importa se risalgono a 60 anni fa.
Poi magari si va a scorrere l’album dei politici italiani e si scopre che già nel 1972, dieci anni dopo (come si vede nella foto sotto dell’ANSA) anche l’austero Moro toglie giacca e cravatta, e in spiaggia ci va con una camicia a maniche corte, con i sandali e con un costume. E così si rompe l’incantesimo, o meglio sarebbe dire, l’inganno della contrapposizione artefatta di due personaggi storici che rappresentano due mondi, due epoche storiche diverse e lontane, che stanno tra loro come lo sbarco sulla luna sta ai viaggi su Marte o il telefono a disco allo smartphone che riconosce la tua voce e obbedisce ai tuoi comandi.
Se poi si ha l’onestà di scorrere la carrellata di politici al mare pubblicata dal sito iodonna.it (qui il link https://www.iodonna.it/attualita/costume-e-societa/gallery/politici-al-mare-ieri-e-oggi/?img=2&ref=0) si scopre che nel corso degli anni anche i compagni Berlinguer e Napolitano si facevano ritrarre al mare in costume e, guarda un po’, facevano il bagno a torso nudo. Persino il buon Ciampi o l’austero Scalfaro a mare toglievano la canottiera. Ma va?
Forse il problema allora sta proprio nell’indignazione a comando. Indignarsi non per l’atto in sè ma per colpire l’avversario politico, punto! Facendo così il suo gioco e facendo un favore a lui e a chi con lui ha costruito il suo personaggio di uomo di governo che “è come noi”, perché tira fuori la lingua, balla, si diverte e fa il piacione.
Ma in tutto questo la cosa che più mi indigna è un’altra: i dati forniti dallo SVIMEZ proprio in questi giorni dimostrano che il Sud è sempre più povero, con un PIL sottozero, e sempre più abbandonato dai suoi giovani che in massa emigrano verso nord. Mi indigna su questo l’inconsistenza della risposta del ministro per il Sud Barbara Lezzi che di fronte a questi dati avrebbe dovuto attivare un meccanismo di legislazione speciale o di interventi straordinari per il Mezzogiorno, e invece si è limitata allo scaricabarile: “sono anni che va così”.
Appunto, “così va il mondo” diceva Manzoni della Milano del ‘600, e così va il mondo ancora oggi. Il pettorale poco virile di Salvini in spiaggia ci indigna più della povertà di un’itera parte d’Italia. Ma di questo parleremo in seguito!