L’inarrestabile ascesa del videogaming competitivo ha determinato anche l’ingresso nel linguaggio quotidiano di termini a esso relativi: un fenomeno sicuramente non nuovo, dato che si verifica per ogni crescita in popolarità di un determinato contesto compreso quello videoludico; ma allo stesso tempo, fonte di peculiari commistioni. Il linguaggio specifico degli eSport, infatti, è tendenzialmente sovrapponibile a quello con il quale hanno familiarità anche videogiocatori non competitivi; inoltre si tratta di termini spesso inglesi che, fra acronimi e termini tecnici, potrebbero non essere di immediata comprensione. Non è quindi una cattiva idea vedere alcuni dei più diffusi, in relazione ai quali il loro utilizzo emerge talvolta anche in contesti lontani da quelli di origine.
Un rush, per esempio, si ha quando si affretta qualcosa; nel videogaming, indica un’azione compiuta in maniera estremamente rapida, per esempio aggredendo immediatamente un obiettivo o un avversario per sorprenderlo. Nel videogaming competitivo è spesso sovrapponibile a un push, che nel suo significato letterale di premere fa intuire come indichi il portare pressione su un opponente.
Nel caso di tornei che si svolgano online invece emergerà senz’altro il concetto di LAG. Acronimo per l’espressione LAtency Gap, indica un ritardo nello scambio delle informazioni tra terminale/videogiocatore e server/videogioco che, misurato in millisecondi, esprime il ritardo tra un input e la sua manifestazione nel match. Curiosamente, in inglese il termine lag è utilizzato per indicare un ritardo o rallentamento a prescindere dal suo utilizzo come acronimo, come per esempio nel termine jet lag.

Simile anche la genesi dell’utilizzo di tilt: si tratta di un termine che, al pari di numerosi altri, è direttamente mutuato dal mondo del poker e nello specifico da quello del poker sportivo online, dove indica la condizione di chi improvvisamente adotti un comportamento imprevedibile e spesso irrazionale. In inglese, il termine significa inclinazione: il suo utilizzo in relazione all’elettronica è specialmente associato ai flipper, che potevano essere mandati in tilt attraverso particolari inclinazioni e, di conseguenza, smettere di funzionare normalmente.
Si parla invece di mob per indicare degli avversari generici controllati dall’IA del videogioco. Il termine è un’abbreviazione per l’inglese mobile, inteso in contrapposizione a immobile: intende evidenziare la caratteristica del nemico di potersi muovere, al contrario di altri ostacoli statici. Si tratta di un termine più specifico rispetto a bot, abbreviazione di robot: anche questo indica un personaggio controllato dal gioco, ma dove il mob è sempre un avversario il bot non lo è necessariamente.
Altra abbreviazione è res, spesso italianizzato in ressare: indica l’azione di curare un giocatore abbattuto ma non ancora sconfitto, permettendogli di rientrare pienamente in partita. Deriva dall’inglese resurrect, letteralmente risorgere.

Di derivazione più gergale è invece aggro, termine utilizzato in inglese per indicare generici problemi o un comportamento aggressivo. Proprio in quest’ultima accezione è utilizzato nel videogaming competitivo: indica infatti la condizione di un nemico, in genere mob o bot, che manifesti ostilità verso il giocatore. Può essere attivo, se il videogiocatore attacca per primo, o passivo, se basta superare una distanza minima: l’aspetto comune è che il giocatore “aggra” il nemico, attirandone su di sé le attenzioni.
È invece un acronimo DPS, un valore numerico che misura quantitativamente i danni fatti in un secondo: deriva infatti dall’espressione Damage Per Second. Concetto simile quello di DOT, che invece sta per Damage Over Time: esprime la particolarità di un attacco che, nel corso del tempo, continua ad apportare danni. Altro acronimo è utilizzato ogni qualvolta ci si confronti con meccaniche casuali, in occasione delle quali si parla di RNG. Indica un algoritmo in grado di generare un numero casuale a ogni interazione, basando su questo l’evento aleatorio desiderato: la sigla sta infatti per Random Number Generator. Anche AOE è un acronimo, e sebbene tra i videogiocatori identifichi spesso la serie Age of Empires si tratta, nel videogaming competitivo, di un termine che indica l’area investita dagli effetti di un attacco: deriva infatti dall’inglese Area Of Effect.
Buff e debuff, infine, sono due termini che indicano due condizioni temporanee che possono avvenire durante una partita: rispettivamente, un miglioramento e un peggioramento di una o più statistiche del giocatore. In determinati contesti, inoltre, un buff può anche essere un potenziamento non temporaneo: si tratta di modifiche apportate dagli sviluppatori di un titolo che, per equilibrarne lo scenario competitivo, potenziano un determinato elemento. In questo caso è contrapposto a nerf, che indica l’opposta azione di depotenziare un elemento, sempre al fine di garantire miglior equilibrio. In assenza di provvedimenti, infatti, si parlerebbe di OP: sigla per OverPowered, indica un elemento talmente potente da pregiudicare gli equilibri del titolo.