L’attuale scenario rende più che legittime le preoccupazione dei genitori che dovranno tornare al loro impiego
Dopo il 3 maggio sarà probabilmente avviata dal Governo la così detta Fase 2 e ci dicono che consisterà in una progressiva ripresa ed un graduale ritorno alla normalità ed al lavoro. Le preoccupazioni a riguardo sono tante ma per i genitori si prospettano più interrogativi. Tanti iniziano a chiedersi come riuscire ad organizzarsi con i bambini, soprattutto i più piccoli. Tra il misero bonus statale e la distanza sociale necessaria dai nonni, tanti temono e corrono il rischio di dover rinunciare al lavoro. Le misure di prevenzione contro il Covid-19 impongono ed imporranno ancora l’impossibilità di assembramenti, per cui le scuole rimarranno sicuramente chiuse come anche tutti i luoghi di ritrovo e svago, tra cui ludoteche, cinema, teatri e non sarà possibile praticare sport di gruppo e tantomeno frequentare campi organizzati. L’attuale scenario rende più che legittime le preoccupazione dei genitori che dovranno tornare al loro impiego. Il distanziamento sociale resterà importante soprattutto per tutelare i soggetti a rischio come i nonni, per cui al momento decade il loro eventuale ruolo di affidatari.
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Moltistanno già cercando delle baby sitter, un aiuto esterno al nucleo familiare dunque, ma tanti si chiedono se in questo momento delicato questa possa già essere un’opzione prudente per sé e per gli altri. Se pur si trova una persona disposta a mettersi a rischio e se pur comunque si decide di mettere a rischio il proprio nucleo familiare introducendo in casa sistematicamente un soggetto che viene dall’esterno e che non si sa con chi è venuta o meno in contatto, occorrerà pagarla. Il bonus ad ora promosso dal governo di 600 euro è chiaramente insufficiente, poiché il supporto sarà necessario in tanti casi per l’intera giornata e per un lungo periodo di tempo, almeno fino alla ripresa delle lezioni scolastiche. La scuola non è un parcheggio per i nostri figli, ma nei fatti la situazione resta complicata e seria, soprattutto per tutti quei genitori che hanno già esaurito ferie e congedi parentali. Il virus e l’organizzazione delle cose sembra ancora una volta penalizzare i più piccoli e le mamme, costrette ad elemosinare attenzioni da parte del governo.
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Un altro tasto dolente si aggiunge a quello già esistente dell’uguaglianza educativa e della didattica a distanza, che è senz’altro una fantastica opportunità nell’era di internet ed in questa situazione ma con i genitori a lavoro chi seguirà i bambini? Senza considerare che sono ancora tantissime le famiglie in stato di necessità che non hanno ancora usufruito delle lezioni poiché non hanno gli strumenti e in alcuni casi anche le competenze necessarie ad utilizzarli. I bambini della scuola dell’infanzia e della primaria devono essere necessariamente seguiti durante le lezioni a distanza da un adulto che abbia un minimo di dimestichezza con i dispositivi informatici. Due temi importanti sono dunque da chiarire da parte del Governo e sono tanti i genitori che si augurano delle risposte efficaci. I bambini che restano a casa sono una preoccupante lacuna nei decreti relativi all’emergenza coronavirus, per cui la richiesta è un intervento concreto. In mancanza di considerazioni importanti ed aiuti reali, molte mamme o papà potrebbero essere costretti a rinunciare al lavoro per rimanere con i figli, con conseguenze familiari ed economiche dannose.