Sale l’importo delle pensioni minime. Cambia l’opzione donna
Il nuovo Ddl di Bilancio segna, come previsto, la fine della legge Fornero e l’avvio di un nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023 che consentirà di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica: Quota 103. La manovra interessa un’ampia platea, ovvero circa 45-50 mila pensionandi. L’importo delle pensioni minime sale per due milioni di percettori che passeranno dagli attuali 523 euro a circa 600 euro, tramite l’indicizzazione del 120% dell’assegno, modifica fortemente voluta da Forza Italia, confermata anche da Antonio Tajani alla fine del vertice di maggioranza. L’aumento delle pensioni minime riguarderà tra i 2 e i 2,5 milioni di pensionati. Chi ha la pensione minima potrà cumularla alla nuova Social Card destinata ai meno abbienti con un reddito inferiore ai 20 mila euro annui. La carta per gli acquisti di beni di prima necessità è oggi privilegio di over 65 e bambini sotto i 3 anni con particolari requisiti. Sarà distribuita dai Comuni, come già avviene.
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Cambia l’opzione donna: dal 2023 infatti sarà possibile andare in pensione con 35 anni di contributi ma con almeno 60 anni di età. Le lavoratrici con un figlio usciranno a 59, chi ne ha due uscirà a 58. Ma sempre con il ricalcolo dell’assegno che arriva a tagliare il 30% del contributo finale. Per chi decide di restare al lavoro il governo rifinanzia il bonus Maroni che prevede una decontribuzione del 10%. L’Ape Sociale, assegno da 1.300 euro lordi al mese che viene pagato per 12 mensilità finché non si raggiunge l’età della pensione, si applicherà ai disoccupati con più di 30 anni di contributi alle spalle, a chi assiste un parente disabile e ai lavori gravosi. Come le insegnanti delle scuole materne e della scuola primaria, i tecnici della salute, gli operai che fanno lavori usuranti.