No alla movida si alla riscoperta della natura e della montagna e dei piccoli borghi
Rispetto al crollo del mercato del 95% di marzo e aprile, con la totale assenza dei voli e la chiusura quasi totale degli hotel, nelle ultime quattro settimane comunque è evidente una ripresa delle prenotazioni giornaliere. Le vacanze estive sono ancora, evidentemente,all’insegna della cautela in questa fase 3 della pandemia di Covid-19. Ciò che emerge dai dati di un sondaggio promosso dall’Eurodap (Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico) un terzo degli italiani non partirà per le ferie. Chi viaggerà lo farà per brevi tragitti, sfruttando maggiormente le seconde case o affittandole per tutto il periodo. In grande crescita è il turismo all’aperto ma il 63% degli italiani resta preoccupato per la partenza. Nel dettaglio l’indagine rileva che per il 78% degli intervistati il budget per le vacanze è inferiore a quello dell’anno scorso e si preferisce restare in famiglia e in case di proprietà. Il 53% predilige soggiorni brevi e all’insegna del relax, mentre il 35% sceglie il contatto con la natura e soluzioni avventurose. Molti non hanno più ferie poiché sono stati forzati a consumarle durante il lockdown. Il 63% è preoccupato, teme per lo più la possibilità di esporsi al contagio, il non rispetto delle regole di sanificazione da parte dei locali, ma anche le limitazioni ai divertimenti e la modalità di gestione dei figli.
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“A prescindere dal fatto che si sia lavorato o meno durante la quarantena, non va sottovalutato il livello di stress a cui si è stati esposti – spiega Eleonora Iacobelli, psicologa, presidente Eurodap, responsabile trainer del Centro Bioequilibrium – essere costretti a stare in casa per via di un oggettivo pericolo per la salute è ben diverso dal rimanere a casa per scelta. In molti sono riusciti a trovare delle occupazioni alternative durante il lockdown, ma sarebbe fortemente errato considerarle vacanze – continua Iacobelli – Non va, inoltre, sottovalutato il fatto che, se già normalmente in alcuni casi si può parlare di ‘ansia da vacanza’, in questo momento storico di incertezza sanitaria ed economica, partire per le ferie potrebbe non essere così bello e rilassante”. Ben 9 italiani su 10 resteranno in Italia, anche se la gran parte vuole almeno cambiare regione, meglio se in auto, molti verso le abitazioni di familiari o amici in stile vintage e in memoria delle tipiche vacanze anni ’70. Molti disposti a spendere di più per la sanificazione, ma anche per un soggiorno green, piuttosto che per la ristorazione. No movida si alla riscoperta della natura e della montagna e dei piccoli borghi.
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Le destinazioni italiane principali sembrano essere Sicilia e Sardegna(in testa con il 12% e l’11% dei pacchetti venduti, rispettivamente) e a seguire Riviera Romagnola (10%), Puglia (8%), Liguria costiera amalfitana e Basilicata (5%). I connazionali che puntano su una vacanza fuori dai confini sono invece il 32% del totale e il 35% di questi andrà in Spagna, il 15% in Grecia e il 12% in Egitto. Una degli argomenti caldi degli ultimi giorni resta però il fenomeno dei “voli fantasma” offerti da diverse compagnie (Alitalia non è certo la sola ad aver intrapreso questa strada) e cancellati dopo pochi giorni con il rilascio del voucher da utilizzare in un’altra data. Il rischio di cancellazione è maggiore in autunno o per l’inverno prossimo, mentre oggi sono soprattutto in sofferenza le prenotazioni a lungo raggio verso Stati Uniti, Giappone e altri Paesi asiatici, ma per chi ha intenzione di volare meglio non abbassare la guardia.