Stop ai complottismi paranoici, ecco a cosa serve realmente questo aggiornamento
Se siete utilizzatori della piattaforma di messaggistica istantanea più popolare al mondo, WhatsApp, il seguente avviso lo avrete già ricevuto: «WhatsApp sta aggiornando i propri termini e l’informativa sulla privacy». E poi «Toccando “accetto”, accetti i nuovi termini e l’informativa sulla privacy, che entreranno in vigore l’8 febbraio 2021. Dopo questa data, dovrai accettare questi aggiornamenti per continuare a utilizzare WhatsApp. Puoi anche visitare il centro assistenza se preferisci eliminare il tuo account e desideri ulteriori informazioni». Al di la dei complottismi paranoici che la comunicazione ha provocato, proviamo a capire cosa significhi realmente questo avviso e soprattutto quali conseguenze implica.
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Quella comunicata da WhatsApp tramite l’avviso riportato è una modifica contrattuale unilaterale dei termini e delle condizioni di servizio. Una cosa che succede spesso, con le piattaforme online gestite da società private. Qui il vero punto riguarda l’interazione che WhatsApp vuole avere, e può avere, con Facebook, altra applicazione della galassia digitale in mano a Mark Zuckerberg. Da quando la stessa Facebook ha acquistato WhatsApp (è successo nel febbraio del 2014, per una cifra vicina ai 19 miliardi di dollari), l’interazione fra le due App, e cioè la condivisione dei dati, è sempre stata attiva. Cosa è cambiato ora? Nulla. Negli ultimi mesi questa interazione è finita nel mirino dei regolatori di mezzo mondo e allora ecco che è diventato necessario palesarla attraverso l’aggiornamento e l’avviso da parte di WhatsApp. L’aggiornamento mira a tutelare Facebook che continuerà a usare determinati dati in arrivo dall’App di messaggistica istantanea e a condividerli anche con Messenger e Instagram.
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Perché si parla di una tempesta in un bicchier d’acqua? Perché in Italia e nel resto d’Europa questo aggiornamento non avrà effetti. A partire dal fatto che i due enti che gestiscono sono differenti: WhatsApp Ireland per gli utenti europei e WhatsApp Inc per il resto del mondo. Lo spauracchio di cui molti utenti parlano, non vale per i Paesi dell’Unione Europea, dove sulla protezione della privacy regnano regole molto diverse e spesso più rigide. La GDPR, entrata in vigore in Europa nel maggior nel 2018, è uno scudo molto potente, e impedisce a WhatsApp di condividere i dati degli utenti europei con Facebook. Come chiarisce un portavoce di WhatsApp infatti «non ci sono modifiche alle modalità di condivisione dei dati di WhatsApp nella Regione europea, incluso il Regno Unito, derivanti dall’aggiornamento dei Termini di servizio e dall’Informativa sulla privacy. Non condividiamo i dati degli utenti dell’area europea con Facebook allo scopo di consentire a Facebook di utilizzare tali dati per migliorare i propri prodotti o le proprie pubblicità». Se mai un giorno WhatsApp volesse condividere i dati degli utenti europei, dovrebbe trovare un accordo col regolatore europeo. Accordo che attualmente non esiste.Per WhatsApp Business, la messaggistica usata dagli account aziendali, il discorso è leggermente diverso. In questo caso, cosa già nota da mesi, le aziende possono archiviare le conversazioni avute con gli utenti/clienti ed utilizzarle a scopi commerciali. Ma questa è un’altra storia.